La scena del delitto
L’ereditiera della nota famiglia italo-svizzera di immobiliaristi, Fiorenza Rancilio, è stata trovata morta con una profonda ferita alla testa, avvolta in una coperta e con alcuni asciugamani a coprire corpo e volto. La donna era distesa nel salotto di casa e in una stanza vicina, seduto a terra in stato di catalessi, c’era il figlio di 35 anni, che farfugliava ma non riusciva a parlare. Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, è ricoverato nel reparto di psichiatria del Policlinico in stato confusionale. È piantonato e in stato di fermo.
Secondo gli inquirenti Il figlio di Fiorenza avrebbe usato per l’omicidio un attrezzo da palestra. Il pm di Milano chiederà il carcere per il 35enne e il gip dovrà tener conto che l’accusato ha un percorso ‘privatò rispetto ai suoi disturbi psichici, ma non esistono ricoveri in strutture che possano rappresentare un precedente. La Procura sta vagliando la posizione del 35enne, che aveva assunto psicofarmaci. Nell’appartamento posto in uno stabile tutto della famiglia Rancilio, c’erano molti medicinali. (continua dopo la foto)
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La scoperta di Fiorenza Rancilio
A dare l’allarme è stata la domestica, che come ogni giorno, arrivava nell’abitazione per lavorare ma ha fatto fatica ad entrare. Solitamente Fiorenza era solita scendere negli uffici dello stabile, ma quella mattina non si era vista. Per la sua assenza si è insospettito anche un parente, che cura gli affari della famiglia, anche perché la 73enne non rispondeva nemmeno al telefono. Quando, poi, la domestica è riuscita a farsi aprire dal figlio, la terribile scoperta.
Il palazzo è ben dotato di sistemi di sorveglianza e in base al sopralluogo e ai primi rilievi non ci sono segni di effrazione. Sono stati ascoltati anche i vicini di casa che hanno descritto mamma e figlio come due persone educate e cordiali. In più hanno detto di non averli mai sentiti litigare o urlare. Nelle prossime ore il pm disporrà l’autopsia sul corpo di Fiorenza Rancilio. (continua dopo la foto)
La triste storia di famiglia
Il fratello di Fiorenza, Augusto, fu rapito e caricato su un furgone nel 1978 dopo che lui, il padre Gervaso e Cesano Boscono vennero circondati da un commando di otto persone, proprio davanti ad un loro cantiere edile. Di lui non si seppe più nulla, fino a quando il boss della ‘ndrangheta Saverio Morabito raccontò che era stato ucciso perché aveva cercato di ribellarsi ai suoi carcerieri.