
“Indagata”. Terremoto nel governo, la notizia gela tutti – La Procura di Roma ha recentemente avviato un’inchiesta che vede coinvolta Giusi Bartolozzi, attuale capo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio. La dirigente è stata formalmente iscritta nel registro degli indagati per il reato previsto dall’articolo 371 bis del codice penale, ossia per false dichiarazioni al pubblico ministero. L’atto di iscrizione è stato motivato dalle dichiarazioni rese dalla Bartolozzi al Tribunale dei ministri, che ha valutato parte delle sue affermazioni come “inattendibili” e “mendaci”.

Terremoto nel governo, la notizia gela tutti: “Indagata”
Le dichiarazioni contestate sono strettamente collegate all’inchiesta sul caso Almasri, che coinvolge anche il ministro Nordio. L’attenzione della magistratura si concentra sulle presunte responsabilità relative al rimpatrio in Libia di Osama Almasri, avvenuto il 21 gennaio 2025, e sulle possibili omissioni di atti d’ufficio e ipotesi di favoreggiamento. Le indagini hanno preso una svolta significativa dopo che il collegio giudicante ha espresso dubbi sulla coerenza e veridicità della ricostruzione fornita dalla dirigente del Ministero, aggravando così la sua posizione legale. Questo sviluppo ha portato il procuratore capo di Roma, Franco Lo Voi, a procedere con l’iscrizione formale di Bartolozzi nel registro degli indagati.
Secondo gli atti acquisiti, il Tribunale dei ministri ha manifestato perplessità sostanziali rispetto al racconto di Bartolozzi, definendolo in alcuni punti non veritiero. La decisione di formalizzare l’iscrizione a indagata è stata pressoché inevitabile, considerate le incongruenze riscontrate tra le sue dichiarazioni e la documentazione ufficiale.


Le dichiarazioni pubbliche e la posizione difensiva
Sin dai primi giorni di agosto, Bartolozzi aveva replicato alle indiscrezioni circolate sulla stampa, affermando di sentirsi “serena” e certa di aver operato nel rispetto delle normative. In una nota ufficiale, la dirigente ha ribadito la correttezza del suo comportamento, specificando di aver seguito tutte le procedure e i tempi tecnici previsti. “Da quando abbiamo ricevuto le carte della Corte Penale Internazionale a quando è stato scarcerato Almasri sono passate solo 24 ore”, aveva dichiarato Bartolozzi. “Non c’è stato alcun ritardo. Abbiamo seguito le procedure in maniera corretta”. Nonostante queste dichiarazioni, la relazione finale del Tribunale dei ministri ha evidenziato rilevanti incongruenze tra la versione di Bartolozzi e i documenti raccolti dagli investigatori. Questo aspetto ha contribuito a rendere inevitabile l’iscrizione a indagata, anche alla luce del quadro accusatorio già definito dagli inquirenti.
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