Personaggi mascherati e verità dichiarate
Nel romanzo, i protagonisti della vicenda reale compariranno con nomi diversi, ma saranno tutti riconoscibili. È attraverso questo espediente che Lovati, nei panni dello studente del futuro, potrà raccontare come, a suo dire, si sono realmente svolti i fatti. La distanza temporale diventa così un modo per affermare una verità che non è più oggetto di indagini, ma materia di studio, quasi di memoria collettiva. Secondo Gallo, proprio questo è il cuore del progetto: parlare di un caso che, nel futuro, è già chiuso e compreso, restituendo al lettore una lettura che Lovati considera definitiva. Una mossa narrativa audace, che rischia però di sovrapporsi a un procedimento giudiziario che, nel presente, è tutt’altro che concluso.


L’attesa per l’incidente probatorio a Pavia
Mentre il libro prende forma, oggi il tribunale di Pavia è teatro di un momento chiave per l’inchiesta. L’incidente probatorio rappresenta un passaggio decisivo sul piano tecnico e scientifico. Al centro del confronto c’è il Dna maschile estrapolato dalle unghie di due dita di una mano di Chiara Poggi. Secondo la consulenza della Procura di Pavia e del gip Denise Albani, quel profilo genetico risulterebbe compatibile con Andrea Sempio o con componenti della sua linea paterna. Gli esperti sono chiamati a discutere proprio su questo punto, destinato a pesare in modo significativo sul futuro del procedimento. Tra un’indagine che guarda al presente e un libro che immagina il giudizio del futuro, il caso Garlasco continua a vivere in un equilibrio fragile tra verità giudiziaria, narrazione e opinione pubblica.