SOCIAL. Ieri in corte d’assise a Brescia si è tenuta un’altra udienza del processo per l’omicidio di Laura Ziliani. L’ex agente di Polizia Locale scomparsa a Temù nel maggio del 2021 e poi ritrovata senza vita l’estate successiva. Gli imputati, Paola e Silvia Zani, due delle tre figlie della vittima, e Mirto Milani, il fidanzato di Silvia, sono stati ascoltati per la loro versione dei fatti.
Leggi anche: Bimba di 4 anni muore in ospedale: il sintomo era banalissimo
Leggi anche: Sinisa Mihajlovic, il dolore della moglie: “Non riesco a comprendere”
La verità sulla morte di Laura Ziliani
I tre imputati sono accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Dopo parecchi mesi di carcere, la scorsa estate avevano confessato il delitto, ma ora le loro versioni sembrano essere cambiate. Paola Zani, la figlia maggiore della vittima, ha dichiarato di non avere alcuna responsabilità nell’omicidio della madre. Sostenendo che sia stata Silvia ad avere un ruolo preminente. Silvia a sua volta ha respinto l’accusa e ha sostenuto di essere stata costretta da Milani ad aiutarlo a nascondere il corpo di Laura Ziliani. Milani, invece, ha ammesso di aver ucciso la donna. Ma ha cercato di minimizzare la sua responsabilità sostenendo che il delitto è stato commesso in un momento di follia.
Leggi anche: Tradisce il marito con il figliastro e resta incinta: la vicenda choc
Leggi anche: “La mamma sta male”, bambino chiama il vicino di casa per aiuto: la scoperta è sconvolgente
Silvia Zani: “Avevamo paura di lei”
La prima a prendere la parola in aula è stata Silvia Zani. Al pubblico ministero Caty Bressanelli avrebbe raccontato i rapporti con la madre. Spiegando come e perché sia nato il piano criminale per uccidere la 55enne di Temù: “Tutto è cominciato quando abbiamo iniziato ad avere paura di lei. Quando ho ucciso mia madre ero convinta al 300% che ci volesse uccidere. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse farlo, forse perché ero una rompiscatole o volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso”.
Il giorno dell’omicidio di Laura Ziliani
La 29enne, figlia di Laura Ziliani, ha ripercorso così la notte del delitto: “Il giorno dell’omicidio tutto si è svolto in modo normale. Ha mangiato quel maledetto muffin che avevamo preparato per lei e verso le 23.30 è andata a dormire. Noi dormivamo da circa un’ora, poi ci siamo svegliati e abbiamo iniziato a discutere, Mirto voleva desistere con questa idea mostruosa, a un certo punto io ho preso coraggio. Paola mi ha seguita e poi l’abbiamo soffocata, non è stato come ci siamo immaginati, non è stato per nulla indolore, credevamo sarebbe stato più rapido, non volevamo che se ne accorgesse, speravo che non si svegliasse. È un’immagine orribile, al momento ci sembrava la cosa più umana”.
Leggi anche: Si sposano e fanno 3 figli, ma dopo 10 anni la terribile scoperta
Milani ha confermato la versione: “Io stesso con una siringa ho messo 30 gocce di benzodiazepine in ogni muffin e poi mi sono messo sotto il letto della camera di Paola perché Laura non sapeva che io fossi a Temù”. Poi, quando l’ex vigilessa è andata a dormire, il trio criminale si è preparato: “Allora ho iniziato ad avere i primi dubbi, ho detto che dovevamo fermarci e Silvia ha imprecato contro di me, uscendo dalla stanza e portandosi dietro Paola. Poi ho sentito un grido soffocato e nella penombra ho visto Silvia che strangolava Laura mentre Paola la teneva ferma”.