Ipotesi degli investigatori e sviluppo delle indagini
Le prime risultanze investigative hanno evidenziato che il delitto sarebbe stato pianificato nei minimi dettagli. Secondo quanto dichiarato dal ministro della Sicurezza Javier Alonso, un gruppo criminale avrebbe impiegato un veicolo con targa contraffatta per depistare le forze dell’ordine. Gli inquirenti ipotizzano che il movente sia riconducibile a una vendetta collegata al traffico di droga in alcune delle aree più problematiche della capitale.
Attualmente, quattro persone – due uomini e due donne, tutti giovani – sono stati arrestati con l’accusa di omicidio aggravato. L’emozione e lo sdegno hanno portato centinaia di cittadini a manifestare, chiedendo giustizia sotto lo slogan “Ni Una Menos”, movimento che da anni si batte contro la violenza sulle donne.
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La reazione della comunità e il dolore collettivo
Nel cuore di Buenos Aires, a Plaza Flores, una folla si è riunita in segno di lutto e solidarietà per le vittime. “Stiamo vivendo un lutto collettivo”, ha dichiarato Alejandra Rodríguez, portavoce del collettivo Yo no fui. La società civile si stringe attorno alle famiglie delle vittime, mentre le associazioni femministe sottolineano la necessità di non colpevolizzare chi ha subito violenza ma di perseguire i veri responsabili.