Cosa fanno gli altri Paesi in Europa
Il servizio militare obbligatorio non è affatto sparito dal continente. Anzi, nei Paesi baltici è la norma:
- Finlandia, Lituania, Lettonia, Estonia prevedono la leva;
- Norvegia e Svezia usano un sistema selettivo basato su idoneità;
- Grecia e Cipro continuano con la coscrizione classica;
- Polonia ha abolito la leva ma mantiene una grande forza di riservisti.
Altrove, come in Francia, si sperimenta un “servizio nazionale universale” di un mese, più orientato alla protezione civile che al campo militare. In Spagna, invece, niente leva.

E in Italia? La politica ci prova, ma la Difesa dice no
Da anni la Lega prova a rilanciare la proposta della leva obbligatoria, o almeno una forma ridotta di “naia”. Tuttavia, il ministro della Difesa Guido Crosetto è sempre stato netto: l’esercito italiano ha bisogno di professionisti addestrati, non di reclute occasionali. Al momento, dunque, nessuna proposta è stata accolta dal governo Meloni. Anche se si lavora a un piano generale di potenziamento delle forze armate, i dettagli restano avvolti nel riserbo. Senza la coscrizione, l’unica via resta quella dei volontari. Sempre la Lega ha infatti depositato una proposta per richiamare fino a 10mila riservisti in caso di emergenza. Il testo sarà discusso nei prossimi mesi. E l’opinione pubblica? Un sondaggio recente ha mostrato che il 44% dei 18enni italiani si dichiara disposto ad arruolarsi in caso di emergenza, mentre la maggioranza (oltre il 50%) direbbe di no.