La responsabilità dell’Abate: “Rinnovo la richiesta di perdono”
Jean Scarcella era stato eletto abate nel 2015, in occasione del giubileo dei 1500 anni dell’Abbazia. Un momento di celebrazione che oggi contrasta fortemente con il clima di profondo disagio vissuto dalla comunità. Negli ultimi mesi, Scarcella aveva chiesto alla Santa Sede di poter restare temporaneamente in carica per gestire l’impatto del dossier. Tuttavia, ha poi optato per un passo indietro.
“A nome dell’Abbazia di Saint-Maurice, rinnovo la richiesta di perdono alle vittime e ai fedeli”, ha dichiarato Scarcella. “Spero che le decisioni prese contribuiscano a eliminare ogni forma di abuso”. Le sue parole, pronunciate nel comunicato ufficiale, sono il tentativo di chiudere un capitolo oscuro con un atto di responsabilità, lasciando spazio a una nuova leadership.
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Verso un nuovo corso: trasparenza e giustizia al centro
Il Consiglio abbaziale ha sottolineato l’importanza di “rinsaldare la fiducia tra la comunità religiosa e i fedeli”. Per questo è stata istituita una commissione consultiva indipendente, che avrà il compito di vigilare sull’attuazione delle misure proposte nel piano di riforma. Tra gli obiettivi principali, la tutela dei minori, la formazione permanente del clero e la collaborazione con le autorità civili. Il caso Saint-Maurice non è isolato, ma rappresenta un punto di svolta nella gestione degli scandali nella Chiesa svizzera. Le dimissioni di Scarcella, dopo il dossier sugli abusi, mostrano una nuova sensibilità: la consapevolezza che il cambiamento non può più essere rimandato. A Saint-Maurice si apre ora un tempo di discernimento e rinnovamento, con un unico imperativo: fare verità.
