Gli oggetti di Liliana: la memoria contesa
Tra i punti più controversi del caso Liliana Resinovich, vi è la gestione degli oggetti personali della donna. Una fotocamera, una bicicletta, forse altri oggetti: secondo la testimonianza di Laura, amica del marito, questi sarebbero stati regalati da Visintin prima ancora del ritrovamento del corpo, avvenuto il 5 gennaio 2022.
Alla domanda del giornalista Paolo Andriolo durante l’inchiesta di Chi l’ha visto, Visintin risponde con nervosismo: «Ma cosa stai dicendo, dai per favore», e si allontana senza fornire spiegazioni. Il comportamento alimenta dubbi, anche perché – un anno dopo – l’uomo ammetterà agli inquirenti di aver effettivamente dato via “una macchina fotografica” agli “amici della Carnia”. Le contraddizioni, a questo punto, si moltiplicano. Il nodo resta: perché liberarsi degli oggetti personali della moglie prima che fosse confermata la sua morte?
Sebastiano Visintin: dolore, silenzi e contraddizioni
Il comportamento di Sebastiano Visintin, documentato nel servizio andato in onda il 28 maggio, appare oscillante tra dolore autentico e chiusura emotiva. Quando Andriolo gli chiede se ritiene che si tratti di omicidio o suicidio, l’uomo risponde: «Non voglio neanche esprimermi, parliamo del passato, sono passati tre mesi. Sembra di essere interrogato dalla maestra». Poi aggiunge: «Parliamo di adesso, non di quello che è stato. Questi tre mesi li ho vissuti nel dramma per il fatto che non ho più mia moglie, la cosa più sacra che avevo».
Eppure, le sue parole si fermano sempre un passo prima della verità, come se raccontare troppo potesse incrinare un equilibrio precario. Riguardo alla dinamica della morte, afferma: «La cosa del suicidio mi sembra estremamente difficile», lasciando però aperta l’ipotesi che “qualcuno le abbia fatto del male”.
La posizione di Visintin non è giudicata sospetta dagli inquirenti, e l’uomo lo sottolinea: «Io non sono accusato di niente. Sto vivendo un dramma, non ho la testa per affrontare queste cose qua». Tuttavia, la discontinuità tra ciò che dice, ciò che nega e ciò che poi conferma – come nel caso della macchina fotografica – contribuisce ad alimentare l’attenzione pubblica.