
Comportamento freddo e controllo psicologico
Ma ciò che più sconvolge sono i comportamenti del marito nei giorni successivi alla scomparsa di Liliana. Mentre familiari e amici erano sopraffatti dalla preoccupazione, Visintin avrebbe avuto atteggiamenti distaccati e apparentemente indifferenti. «Mentre Liliana era scomparsa, lui si metteva a lavare la macchina, andava al ristorante», ha dichiarato Radin. «Anche se mi scappasse il cane, io reagirei in maniera diversa».
Silvia Radin sostiene che Liliana vivesse in una condizione di soggezione psicologica, dominata da un marito che, secondo lei, la controllava: «Liliana aveva paura di lui. Lui ordinava e lei eseguiva. Non aveva libertà». Parole dure, che tratteggiano un clima domestico fatto più di silenzi e imposizioni che di affetto.
Oggetti scomparsi, accuse pubbliche e il mistero del ritrovamento
Ulteriori dubbi arrivano dalla gestione degli oggetti personali di Liliana. Radin afferma che Visintin, poco dopo la scomparsa della moglie, avrebbe donato la macchina fotografica e la bicicletta di lei a un’amica, forse anche il vestito del matrimonio. «Non voleva più vedere nulla di lei in casa», dice Silvia, che interpreta questa scelta come una volontà precoce di cancellare ogni traccia della moglie, prima ancora del ritrovamento del corpo.
A tutto questo si aggiunge il mistero del ritrovamento, avvenuto 21 giorni dopo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste. Secondo Radin, quel corpo potrebbe non essere stato lì dall’inizio: «Il parco è enorme, con casette, anfratti, boschetti. Il corpo poteva essere ovunque. E visto che per venti giorni nessuno la trovava, l’hanno messa un po’ più vicino. Per farla trovare». Anche Claudio Sterpin, amico stretto di Liliana, è convinto che il cadavere sia stato spostato, forse per garantire un ritrovamento necessario.
Infine, l’accusa più grave: un possibile movente economico. «Perché altrimenti Sebastiano avrebbe dovuto aspettare dieci anni per poter prendere la pensione e i soldi in banca», afferma Radin, ricordando che la dichiarazione di morte presunta in Italia richiede una lunga attesa.
Come riportato anche da Leggo, durante le ricerche Silvia riferisce che Visintin avrebbe rifiutato l’uso dei cani molecolari, sostenendo che «i carabinieri glielo avevano sconsigliato». E rilancia un’accusa pesante: «Ci ha invitati a casa per prendere dei ricordi di Liliana, come qualche anello. Poi però è andato in tv a dire che gli abbiamo rubato l’oro della moglie».