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“Fa rabbrividire”. Liliana Resinovich, il fratello contro Visintin: cosa succede

Le strategie a confronto nelle aule giudiziarie

La posizione della difesa di Sebastiano Visintin si è fatta più combattiva nelle ultime settimane. I legali hanno infatti presentato un ricorso contestando la scelta del GIP di non disporre una terza perizia medico-legale sul corpo di Liliana. Tale richiesta, accolta dalla Cassazione, sarà oggetto di discussione nell’udienza programmata per il prossimo 18 novembre. La difesa punta a un approfondimento ulteriore, ritenendo necessario un nuovo esame per chiarire ogni aspetto rimasto oscuro.

La famiglia Resinovich, invece, considera questa mossa come un’inutile ripetizione. Sergio Resinovich ha dichiarato apertamente: “La richiesta della difesa rappresenta una discrepanza rispetto alle loro posizioni iniziali, che sostenevano l’inutilità di ulteriori analisi”. L’uomo ha ribadito più volte la fiducia nel lavoro svolto dalla dottoressa Cattaneo, sottolineando che la perizia già effettuata ha evidenziato elementi compatibili con una morte violenta. “Un’ulteriore perizia è una presa in giro e uno spreco di soldi pubblici”, ha aggiunto Sergio Resinovich.

A Fanpage, l’uomo non ha nascosto la sua perplessità per il cambio della linea difensiva di Sebastiano Visintin, ex marito della vittima. “La difesa di Visintin ha inizialmente parlato di suicidio, suggerendo anche che ulteriori analisi sul corpo di mia sorella fossero inutili, adesso però fa ricorso per una nuova perizia sul suo cadavere? Comprendo la necessità dei legali di difendere con tutti i mezzi professionali il loro assistito, ma la discrepanza nelle posizioni assunte dall’inizio di questa storia mi fa rabbrividire“.

L’ammissione del ricorso da parte della Cassazione contribuisce ad alimentare la complessità di una vicenda già intricata. Per la famiglia della vittima, la prospettiva di una nuova perizia rappresenta non solo una questione giudiziaria, ma anche una ferita emotiva difficile da rimarginare. “Per noi questa mossa significa solo un’ulteriore, straziante attesa che si aggiunge a un dolore che dura da quasi quattro anni”, ha affermato lo stesso Sergio Resinovich, evidenziando il peso umano che si cela dietro la procedura legale.

L’opinione pubblica segue con attenzione ogni sviluppo, mentre gli inquirenti continuano a lavorare per ricostruire con precisione le ultime ore di vita di Liliana. Gli elementi raccolti finora, combinati con i risultati delle nuove analisi, saranno fondamentali per dare una risposta definitiva ai molti interrogativi ancora aperti.

Gli scenari futuri e le attese della famiglia

Le prossime settimane si preannunciano decisive per il destino giudiziario del caso Resinovich. Le autorità hanno ribadito la volontà di non tralasciare alcun dettaglio, sottoponendo ogni elemento rilevante a un’analisi accurata. Nel frattempo, la famiglia della vittima mantiene la fiducia nelle istituzioni e nelle perizie già disponibili, convinta che esse siano sufficienti per tracciare con chiarezza le responsabilità della vicenda.

La città di Trieste e l’intera opinione pubblica sono in attesa di conoscere l’esito di queste indagini, con la speranza che la giustizia possa finalmente rispondere ai dubbi sollevati dalla tragica morte di Liliana. L’interesse mediatico rimane elevato, a testimonianza di quanto il caso abbia colpito la sensibilità collettiva e acceso un dibattito su temi quali la trasparenza e l’efficacia delle indagini in Italia.

Nonostante le difficoltà e le tensioni tra le parti, l’obiettivo comune resta quello di arrivare alla verità, garantendo il rispetto della memoria di Liliana Resinovich e offrendo alla sua famiglia la possibilità di trovare finalmente pace. Le indagini proseguiranno senza sosta, con la promessa di approfondire ogni dettaglio che possa contribuire alla soluzione del caso.

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