Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

L’Italia si prepara alla guerra? La notizia fa il giro del web: cosa sta succedendo

La guerra in Ucraina è un avvenimento completamente anacronistico che il mondo non si aspettava minimamente. Nessuno, dopo la Seconda Guerra Mondiale, pensava di dover tornare a combattere con i carrarmati e i fucili nelle trincee, eppure quello che sta succedendo tra Russia e Ucraina è realtà. Si combatte come facevano i nostri nonni e per questo si ha bisogno di soldati addestrati a combattere. L’Italia, così come tantissimi altri paese d’Europa, non è minimamente preparata. Non c’è la leva obbligatoria da anni e chi sceglie di fare il soldato ha compiti completamente diversi e allora come potrebbe il Nostro Paese prepararsi a ciò? Cerchiamo di capirlo insieme. (Continua a leggere dopo la foto)

L’Italia si prepara alla guerra? La notizia fa il giro del web: cosa sta succedendo

Nessuno si aspettava un nuovo conflitto nel cuore dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale eppure qualcosa è andato storto. La guerra in Ucraina ha radicalmente cambiato lo scenario internazionale. L’Italia, come tanti altri paesi europei, non è minimamente pronta ad affrontare un eventuale combattimento, soprattutto dopo le varie decisioni politiche riguardanti l’esercito: abolizione della leva obbligatoria e la scelta di truppe numericamente inferiori ma professionalizzate. I soldati devono tornare ad addestrarsi e così, come riportato da Libero, l’operazione “Strade sicure” finisce tra parentesi. La circolare trapelata il 9 marzo, quella dello Stato maggiore dell’Esercito, parlava chiaro: addestramento votato al warfighting, non al controllo dei semafori. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha ammesso: «Le forze armate fanno un altro lavoro», ricordando che il controllo del territorio e l’ordine pubblico «è compito delle forze di Polizia. Ed è un tema che riguarda le garanzie democratiche di un Paese». (Continua a leggere dopo la foto)

Non tutti sono d’accorso con Guerini

Matteo Salvini ha ammesso: «Tagliare donne e uomini dell’esercito che aiutano a prevenire i reati nelle nostre città? Follia. Tra baby gang, clandestini e criminalità il nostro Paese deve investire in sicurezza e aumentare i presidi sul territorio». Nicola Molteni ha aggiunto: «Il potenziamento degli organici delle Forze di Polizia è per noi una priorità assoluta, ma finché non arriveremo a colmare il gap che ancora oggi vede la Polizia in una situazione di grave sottodimensionamento». Per lui dunque l’operazione “Strade sicure” sarà «fondamentale» per tutelare i territori e i cittadini. Protestano anche gli amministratori locali sia a Napoli che a Milano. Ad esempio il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi ha dichiarato che serve “investire sul potenziamento delle forze dell’ordine per avere un numero sufficiente di personale in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza urbana presenti nelle grandi città come Napoli, come dimostra anche l’emergenza baby gang”.

powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2024 | Registrazione al Tribunale di Roma n. 45/2018 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure