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Peste suina, arriva la proposta della virologa Ilaria Capua: l’Italia piomba nel baratro

La peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. Altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Le epidemie hanno pesanti ripercussioni economiche nei Paesi colpiti. Da gennaio 2022 la malattia è stata confermata in diversi cinghiali in Piemonte, nella provincia di Alessandria, e Liguria, nelle provincie di Genova e Savona. Il 5 maggio 2022 è stata inoltre riscontrata anche nel Lazio, in un piccolo cinghiale nella zona nord della città di Roma. In questi giorni, ai microfoni del Corriere della Sera, Ilaria Capua è intervenuta su questo delicato tema. (Continua leggere dopo la foto)

Peste suina, arriva la proposta della virologa Ilaria Capua: l’Italia piomba nel baratro

Al Corriere della Sera la virologa Ilaria Capua ha parlato della peste suina. Per l’esperta, se il virus riuscisse ad espandersi nella filiera del suino i danni sarebbero molto gravi. La Capua ha dichiarato: “L’emergenza legata alla peste suina è la cronaca di una epidemia annunciata. L’Italia non poteva pensare di rimanerne fuori: questo virus circola da diversi anni in Europa centrale, nelle repubbliche baltiche, in Polonia, Russia e Cina”. Il virus della peste suina è molto selettivo e per questo motivo non esiste un vaccino che possa contrastare l’avanzata della malattia: “Mi auguro che non succeda, ma il mercato dei prodotti di origine animale funziona così. Sarebbe un disastro, perché vorrebbe dire bloccare tutta la filiera e perdere tanti posti di lavoro”. (Continua leggere dopo la foto)

L’esperta parla di “Lockdown”

Sempre alle pagine del Correre della Sera sul tema peste suina, Ilaria Capua non esclude un eventuale “lockdown” degli animali se la situazione dovesse precipitare, ma questa decisione metterebbe in ginocchio l’economia, dato che si potrebbe arrivare a un blocco dell’export dei prodotti: “Uno dei meccanismi di introduzione del virus è quello alimentare. In letteratura sono riportati casi di camionisti che arrivano dalle zone infette, solo perché viaggia per migliaia di chilometri con i suoi panini farciti con l’insaccato fatto con il maiale di allevamento familiare. È sufficiente che a destinazione butti l’ultimo pezzo di panino e che un cinghiale lo mangi nella spazzatura ed ecco il primo caso”.

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