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Lutto nella musica, addio alla leggenda: famoso in Italia e nel mondo

Da Paita a Milano: la storia di Luigi Alva

Nato a Paita, in Perù, il 10 aprile 1927, Luigi Alva iniziò la sua carriera sulle scene sudamericane interpretando zarzuelas e debuttando nell’opera I Pagliacci. Nel 1953 decise di trasferirsi a Milano, città che avrebbe segnato la sua vita per sempre. Qui si perfezionò con il maestro Emilio Ghirardini e entrò nella prestigiosa scuola di canto del Teatro alla Scala, su invito di Giulio Confalonieri. Era l’inizio di un’avventura che l’avrebbe consacrato tra i più grandi tenori leggeri della storia. Il debutto italiano avvenne nel 1954, nel ruolo di Alfredo in La traviata al Teatro Nuovo di Milano, seguito nel 1955 dal debutto alla Piccola Scala in Il matrimonio segreto. Ma il 1956 fu l’anno della consacrazione, quando Luigi Alva salì sul palco della Scala nel ruolo di conte Almaviva in Il barbiere di Siviglia, conquistando pubblico e critica. La sua carriera alla Scala durò ben 28 stagioni, con 261 recite e 32 ruoli diversi, un record quasi senza pari che lo colloca subito dopo il leggendario Aureliano Pertile.

Eleganza e rigore: il segreto di un successo mondiale

Luigi Alva si distingueva per uno stile vocale elegante e rigoroso, sempre rispettoso dei limiti naturali della sua voce. La sua interpretazione raffinata gli permise di collaborare con grandi nomi della musica come Teresa Berganza, Claudio Abbado, Otto Klemperer, Carlo Maria Giulini, Herbert von Karajan e Nino Sanzogno. Non si fermò mai ai confini italiani: calcò i palcoscenici più prestigiosi del mondo, dal Covent Garden di Londra al Metropolitan Opera House di New York (dove debuttò nel 1964 con Falstaff), dai festival di Glyndebourne alle stagioni di Vienna, Venezia, Buenos Aires, Tokyo e Sydney. Dopo aver lasciato le scene nel 1989, Luigi Alva tornò in Perù, la sua terra natale, per dedicarsi all’insegnamento e alla promozione dell’opera lirica. Fondò la Fundación Pro Arte Lírico a Lima e fu anche docente nella scuola di canto della Scala, trasmettendo con passione la sua esperienza e il suo amore per la musica alle nuove generazioni. Negli anni successivi visse a Lugano, dove continuò a lavorare come regista e scenografo.

La discografia di Luigi Alva è impressionante: oltre 30 opere complete incise, tra cui ben sei versioni de Il barbiere di Siviglia, con opere di Mozart, Rossini, Haendel, Donizetti e Verdi, oltre a numerosi recital con romanze di Tosti, canzoni latinoamericane e arie mozartiane. Il Teatro alla Scala ha voluto ricordarlo con un messaggio commosso del sovrintendente Fortunato Ortombina e del direttore musicale Riccardo Chailly, che ne hanno sottolineato “la lunga carriera, il contributo alla vita artistica del teatro e la passione nell’accompagnare i giovani cantanti dell’Accademia verso i palcoscenici del mondo”.

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