Il dolore privato: la perdita del figlio Phillip
Ma dietro il talento di Rebekah Del Rio c’era una vita segnata dal lutto. Nel 2009 perse il suo unico figlio, Phillip, morto a soli 23 anni. Da allora, come lei stessa disse in più occasioni, ogni sua esibizione era anche un atto d’amore verso di lui. Una dedica silenziosa, una nota in più per non dimenticare. E in fondo, quella ferita si sentiva. Era nella voce, nei silenzi, nelle interpretazioni che non avevano bisogno di spiegazioni. Solo due settimane prima della sua scomparsa, si era esibita a un evento benefico dedicato proprio a Mulholland Drive. Un ritorno, un cerchio che si chiudeva, inconsapevolmente.

Una presenza rarefatta, ma indelebile
Del Rio non era una star da copertina, ma era una di quelle artiste che si insinuano dentro e restano lì. Una voce da pelle d’oca, un volto che sembrava appartenere a un’altra dimensione, come quella evocata nei film di Lynch. La sua morte lascia un vuoto nella comunità musicale e cinematografica, ma soprattutto tra coloro che, vedendola e ascoltandola in quella scena sospesa tra sogno e realtà, avevano intuito di trovarsi davanti a qualcosa di irripetibile. Rebekah Del Rio se n’è andata in silenzio, ma la sua voce resterà. Lì, ferma nel tempo, mentre canta che non bisogna piangere. E invece, stavolta, piangere è inevitabile.