Diego Sepe: un interprete che ha segnato il teatro contemporaneo
Il suo nome è Diego Sepe, fratello del regista Pierpaolo Sepe. Attore raffinato, regista appassionato, capace di fondere la tradizione napoletana con una visione moderna e intensa della scena. In tanti lo ricordano per le sue interpretazioni vibranti in spettacoli come “Lear” di Lisa Ferlazzo Natoli e “Il Maestro e Margherita” di Andrea Baracco, dove la sua sensibilità interpretativa e il rigore nel lavoro hanno lasciato il segno tra pubblico e critica.
Dal teatro al cinema: una presenza discreta ma indimenticabile
La sua arte non si è fermata al palcoscenico. Diego Sepe ha trovato spazio anche nel cinema d’autore, partecipando a film come “Martin Eden” e “Duse” di Pietro Marcello. Ruoli mai gridati, ma sempre profondi, segnati da una presenza magnetica che ha conquistato registi e spettatori. “Un attore di sostanza e silenzio”, lo hanno definito i colleghi: capace di parlare senza alzare la voce, di emozionare senza cercare la ribalta.
Un lascito indelebile: l’eredità umana e artistica
Oggi Diego Sepe viene ricordato come un uomo capace di lasciare il segno, non solo come interprete ma anche come persona. La sua eredità artistica resta viva nei ricordi di chi lo ha applaudito e amato, tra le strade di Napoli e Roma, città che lo hanno accolto e visto crescere. Un artista autentico, che – come scrive il fratello – “continuerà a volare tra gli angeli”.