Addio ad Anna Rusticano, voce simbolo della musica italiana degli anni ’80
Dalle informazioni rese note, è emerso che Anna Rusticano è deceduta nelle scorse ore all’età di 71 anni. L’artista si è spenta a Roma, all’interno di una clinica dove era stata ricoverata in seguito a complicazioni dovute a una polmonite. A confermare la notizia è stata la sorella, Sandra Rusticano, che ha comunicato ufficialmente il decesso, permettendo così di chiarire quanto stava circolando sui media e sui social.
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Chi era Anna Rusticano
Nata a Firenze nel 1954, Rusticano è stata considerata a lungo una delle voci più significative della scena musicale italiana. La sua attività si è concentrata soprattutto tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, periodo in cui ha inciso alcuni dei brani che l’hanno resa nota al grande pubblico. La cantante aveva scelto di ritirarsi dalla scena a partire dai primi anni ’90, dopo aver affrontato una fase di profonda sofferenza personale e di fragilità psicofisica, che l’aveva condotta a lunghi percorsi di cura.
Il ritiro dalle luci della ribalta non ha però cancellato il ricordo del suo talento. Nel corso del tempo, molti appassionati hanno continuato a cercare le sue incisioni su vinile e in versione digitale, alimentando un interesse costante per la sua produzione artistica. La notizia della sua morte ha riacceso i riflettori su una figura che, pur lontana dalle cronache recenti, ha lasciato una traccia precisa nella storia della musica italiana.

Gli esordi tra Firenze e Bologna: l’incontro decisivo con Joker Records
La carriera di Anna Rusticano affonda le sue radici negli anni della giovinezza. Dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse a Firenze, la cantante si trasferì a Bologna nel 1970, città che in quegli anni rappresentava un importante crocevia culturale e musicale. Proprio qui ebbe luogo l’incontro che avrebbe cambiato il corso della sua vita artistica: quello con il discografico Walter Guertler, figura di spicco della casa discografica Joker Records. Guertler individuò sin da subito nel timbro della giovane interprete un potenziale notevole, ritenendo che la sua voce potesse trovare spazio nel mercato discografico dell’epoca, in un periodo caratterizzato dalla crescente attenzione per le interpreti femminili. Grazie a questo sostegno professionale, la cantante poté iniziare un percorso strutturato, fatto di provini, prime incisioni e test sul pubblico, fino all’approdo alla pubblicazione del suo primo lavoro ufficiale.
Il debutto discografico di Anna Rusticano avvenne nel 1972 con il 45 giri “Con la testa piena di sogni”, brano che portava la firma di due nomi importanti della canzone italiana: Giorgio Calabrese e Gino Mescoli. Si trattava di un esordio significativo, poiché consentiva alla cantante di confrontarsi con autori di grande esperienza, capaci di valorizzare le sue doti vocali attraverso arrangiamenti e linee melodiche adatte alla sua vocalità. Nello stesso anno, la pubblicazione di “La maniera di convincere” confermò il progetto di costruire attorno a lei un repertorio coerente, pensato per il mercato radiofonico e per i juke-box che, in quegli anni, rappresentavano ancora uno strumento importante di diffusione musicale. Fin dai primi lavori, il suo stile interpretativo, caratterizzato da un vibrato marcato e da un’impronta emotiva evidente, contribuì a differenziarla da molte altre colleghe dell’epoca.

La vera svolta nella carriera di Anna Rusticano arrivò nel 1973, quando l’artista entrò a far parte del catalogo della Fonit Cetra, una delle principali etichette discografiche italiane del periodo. Con Fonit Cetra, Rusticano incise una serie di brani che ottennero una buona visibilità, tra cui “Sola”, spesso trasmessa dalle emittenti radio di allora, e successivamente, nel 1977, il singolo “Lui, Lui, lui”, destinato a diventare uno dei titoli più riconoscibili del suo repertorio. Questi brani contribuirono a consolidare l’immagine della cantante come interprete intensa, in grado di affrontare temi sentimentali con una forte componente melodica. Parallelamente ai successi, tuttavia, non mancarono anche le prime polemiche. Un episodio significativo fu quello legato al brano “Fallo”, scritto da Andrea Lo Vecchio e composto da Shel Shapiro. La canzone fu giudicata dalla Rai non conforme ai criteri di tutela della morale pubblica vigenti all’epoca e di conseguenza venne censurata dalla radio di Stato, che ne impedì la diffusione sulle proprie frequenze.
La scelta di non trasmettere il brano sulle reti pubbliche ebbe un impatto immediato sulla promozione tradizionale, ma non impedì alla canzone di circolare altrove. Nelle radio private, in forte crescita in quegli anni, “Fallo” trovò infatti un canale privilegiato di diffusione, ottenendo un riscontro rilevante e rimanendo in classifica per sette settimane consecutive. Questo risultato dimostrò come il pubblico fosse comunque pronto ad accogliere proposte più audaci, anche quando ostacolate dai canali ufficiali. Il rapporto professionale tra Anna Rusticano e Shel Shapiro non si esaurì con il caso di “Fallo”. Nel 1979, la collaborazione si consolidò ulteriormente con la realizzazione del brano “Tutto è musica”, che rappresentò un passaggio importante nella definizione di un percorso artistico più maturo e strutturato. Shapiro, forte della sua esperienza come musicista e produttore, contribuì a valorizzare ulteriormente le potenzialità interpretative della cantante.
L’anno successivo, il 1980, segnò un nuovo traguardo con l’uscita di “Sto con te”, considerato uno dei brani più significativi della carriera di Anna Rusticano. Il singolo ottenne un riscontro particolarmente positivo, arrivando a restare presente nelle classifiche per oltre 20 settimane. Questo risultato sancì in modo definitivo il suo ruolo come voce di primo piano nello scenario della musica leggera italiana del periodo. Il successo di “Sto con te”, unito alla visibilità ottenuta con altri singoli, portò la cantante a partecipare a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche, dove ebbe modo di presentare il proprio repertorio a un pubblico sempre più ampio. In quegli anni, la televisione generalista rappresentava uno strumento cruciale per il consolidamento della notorietà di un artista, e la presenza di Rusticano in tali contesti contribuì a rafforzarne l’immagine pubblica.
All’inizio degli anni ’90, dopo un lungo periodo di attività, Anna Rusticano scelse progressivamente di allontanarsi dalla scena pubblica. Secondo quanto riportato, tale decisione fu legata anche a una fase complessa della sua vita personale, contrassegnata da sofferenza interiore e da disturbi che richiesero trattamenti prolungati. Questo percorso la portò a ridurre le apparizioni in pubblico e le nuove incisioni, fino a un sostanziale ritiro dal mondo dello spettacolo. Nonostante il silenzio degli ultimi decenni, la sua figura non è mai stata completamente dimenticata. Appassionati e collezionisti hanno continuato a cercare i suoi dischi, in particolare i 45 giri pubblicati tra gli anni ’70 e gli anni ’80, spesso considerati vere e proprie testimonianze di una stagione musicale ormai conclusa. In rete e sui social, negli anni, non sono mancati riferimenti, condivisioni di vecchi brani e ricordi legati alle sue interpretazioni.