Le relazioni sospette e la confessione parziale
Durante la conferenza stampa tenuta dalle autorità è emerso un dettaglio cruciale riguardante la connessione tra le vittime e gli indagati. È stato rivelato che uno dei due fratelli arrestati, in particolare il 55enne, era stato un collega di lavoro della donna e aveva intrattenuto con lei una relazione. Questo legame sentimentale e professionale, unito ai già citati movimenti finanziari sospetti, ha consolidato la posizione del 55enne come principale indiziato per l’omicidio.
L’altro fratello, il 53enne, è invece risultato essere il proprietario dell’appartamento dove è avvenuto il ritrovamento. Nonostante la gravità della situazione e il ritrovamento delle salme nella sua proprietà, entrambi i fratelli mantengono una posizione difensiva. Hanno ammesso di aver occultato i corpi, ma continuano a negare qualsiasi responsabilità diretta nell’omicidio. La loro versione, infatti, parlerebbe di un “incidente” che avrebbe causato la morte della donna e della bambina. Al momento, la causa esatta della morte non è ancora stata stabilita con certezza, poiché le condizioni dei cadaveri non hanno permesso una determinazione immediata. Le indagini tecniche saranno fondamentali per confutare o meno la tesi dell’incidente e per stabilire la dinamica esatta del duplice omicidio.
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Prossimi passi delle indagini
Con il ritrovamento delle salme, le indagini sul duplice omicidio di Innsbruck entrano ora in una fase cruciale. Il compito degli inquirenti si concentra sull’analisi forense dei corpi e della scena del crimine per determinare la causa della morte e il momento del decesso. Questo elemento è essenziale per smascherare l’eventuale menzogna sull’”incidente” e per trasformare l’accusa di occultamento di cadavere in quella di omicidio premeditato.
La versione fornita dai due fratelli, che ammettono l’occultamento ma negano l’omicidio, richiede un’attenta verifica incrociata con i dati scientifici e le risultanze tecniche. Sarà cruciale chiarire il ruolo preciso del 53enne proprietario dell’appartamento, che ha assistito e partecipato all’occultamento, e stabilire se il 55enne, ex collega e partner della vittima, sia l’esecutore materiale del delitto. La giustizia austriaca è al lavoro per ricostruire l’esatta sequenza degli eventi che, sedici mesi fa, ha portato alla tragica fine di madre e figlia. La comunità attende ora risposte definitive su uno dei casi di cronaca più oscuri del Tirolo.