
Un confronto decisivo per ricomporre le tensioni istituzionali
La visita ufficiale si è svolta in un clima segnato da tensioni improvvise, scatenate dalle dichiarazioni del consigliere del Quirinale Francesco Saverio Garofani e dalle successive reazioni politiche. Il confronto tra Meloni e Mattarella si è quindi posto come momento cruciale per ristabilire equilibrio e trasparenza nel rapporto tra i palazzi del potere.

Il caso Garofani
Francesco Saverio Garofani, 63 anni, politico e giornalista, è da lungo tempo tra i collaboratori più vicini a Sergio Mattarella. Nel 2022 è stato nominato consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del Consiglio Supremo di Difesa. Secondo Rai News, Garofani ha respinto con forza le accuse riportate da La Verità, definendo le frasi attribuitegli come il frutto di “una chiacchierata in libertà tra amici” e non di piani politici contro Meloni, dichiarandosi «molto amareggiato» per le ricostruzioni giornalistiche e sottolineando di non voler essere strumentalizzato per colpire il Presidente della Repubblica.
Le parole di Giorgia Meloni
Secondo la presidente del Consiglio, «la richiesta di smentita formulata dall’onorevole Bignami non fosse un attacco al Quirinale, ma al contrario un modo per circoscrivere al suo ambito reale la vicenda, anche a tutela del Quirinale». Da parte della maggioranza, l’obiettivo era quello di «intervenire per fugare ogni ipotesi di scontro tra due istituzioni che invece collaborano insieme per il bene della nazione».
Il contesto della Conferenza nazionale sulle dipendenze
L’appuntamento al Quirinale si è svolto in concomitanza con la Conferenza nazionale sulle dipendenze, evento che ha visto la partecipazione delle massime autorità dello Stato: oltre a Mattarella e Meloni, erano presenti anche i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. La circostanza ha aumentato l’attenzione mediatica e istituzionale, data la delicatezza del momento.
Meloni, appena rientrata a Roma da Mestre, ha scelto di recarsi direttamente al Quirinale per un colloquio privato durato circa venti minuti. La rapidità della convocazione e la scelta di un incontro diretto dimostrano la volontà di affrontare tempestivamente le criticità emerse nelle ultime ore.


Conseguenze e commenti dal mondo politico
Il colloquio tra Meloni e Mattarella ha avuto lo scopo di disinnescare una frattura potenzialmente dannosa per la stabilità della maggioranza. Secondo indiscrezioni, la premier non avrebbe richiesto esplicitamente le dimissioni di Garofani, pur ritenendo che un suo passo indietro avrebbe potuto agevolare il ritorno a un clima di collaborazione.
Nel frattempo, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha espresso critiche molto dure, affermando che Meloni starebbe «aprendo un conflitto quotidiano» con il Colle e lasciando intendere che la presidente del Consiglio possa ambire a ruoli istituzionali ancora più elevati. Dichiarazioni che alimentano ulteriormente il dibattito politico e mediatico attorno alla vicenda.
Dopo l’incontro, Meloni ha fatto ritorno a Palazzo Chigi, dove era previsto un confronto con il primo ministro croato Andrej Plenković. Nel frattempo, la maggioranza prosegue il lavoro per ricucire lo strappo che ha messo alla prova la coesione tra i vertici della Repubblica.