Sovranità e lavoro: i pilastri del programma
Nel suo primo intervento pubblico da candidato, Marco Rizzo ha tracciato le linee guida del proprio programma politico, ponendo al centro i temi della sovranità e del lavoro. “Serve un’autonomia vera, che non può esistere senza una vera sovranità”, ha dichiarato con fermezza, ribadendo l’importanza di restituire potere decisionale ai territori. La regione Veneto, storicamente sensibile alle questioni dell’autonomia, viene così chiamata a riflettere sull’urgenza di un modello di sviluppo che tuteli le specificità locali. Non a caso, Rizzo ha evidenziato le difficoltà dei distretti produttivi, dell’agricoltura e delle piccole e medie imprese, considerate il motore economico della regione. Questi settori, secondo il candidato DSP, avrebbero subito pesanti conseguenze dalle recenti scelte di politica nazionale e internazionale. “Le attuali politiche stanno compromettendo il sistema economico veneto, colpendo in particolare l’occupazione e il reddito dei lavoratori”, ha sostenuto. Un quadro aggravato dalla crisi del comparto produttivo, che si riflette sulla stabilità sociale e sulla crescita del disagio tra le famiglie.
In quest’ottica, il programma elettorale di DSP si articola in una serie di punti chiave: contrasto alle ingerenze delle politiche europee, sostegno concreto al lavoro nazionale, difesa dell’economia locale, riforma dell’autonomia con solide basi costituzionali e tutela dei servizi pubblici essenziali. Particolare attenzione viene riservata alla critica all’atlantismo militare, ritenuto incompatibile con gli interessi nazionali.

Un programma incentrato su economia e diritti sociali
La piattaforma di Marco Rizzo si distingue per l’approccio pragmatico e la volontà di affrontare in modo sistematico le principali criticità del Veneto. Oltre ai temi già menzionati, il candidato ha annunciato l’intenzione di promuovere iniziative legislative regionali in favore dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale e della valorizzazione delle eccellenze locali. Secondo i dati raccolti da organizzazioni di categoria, il tessuto imprenditoriale veneto ha registrato negli ultimi anni una flessione del 5% nella produttività delle PMI, mentre il tasso di disoccupazione giovanile si attesta vicino al 14%, valori che Rizzo intende invertire attraverso politiche mirate all’occupazione e al rilancio delle imprese. Al centro del dibattito, dunque, la necessità di una nuova rappresentanza politica che sappia ascoltare le esigenze concrete della popolazione, superando le logiche di schieramento che, secondo DSP, hanno finora penalizzato i territori più dinamici.
Nella cornice della presentazione ufficiale, Marco Rizzo non ha mancato di rivolgere critiche dirette ai partiti tradizionali e ai media mainstream, accusati di “manipolare o ignorare le vere istanze popolari”. “Strumentalizzano i bisogni reali della gente, li svuotano di significato e li piegano alle loro logiche di potere”, ha affermato Rizzo, evidenziando la necessità di restituire autenticità al dibattito pubblico. Il leader di DSP ha sottolineato come il popolo veneto abbia bisogno di una rappresentanza non più mediata da forze politiche che, a suo dire, promettono autonomia e sovranità senza poi realizzare cambiamenti concreti. Da qui l’appello a “cambiare davvero”, riportando al centro temi quali i diritti sociali, il lavoro, l’impresa e la dignità delle comunità locali. Secondo una recente indagine dell’Istituto Cattaneo, oltre il 40% degli elettori veneti dichiara di sentirsi poco rappresentato dalle attuali forze politiche, dato che rafforza la scelta di DSP di proporsi come alternativa credibile. L’obiettivo dichiarato è quello di ricostruire un legame autentico tra politica e cittadini, puntando su trasparenza, partecipazione e valorizzazione delle competenze locali.

Un fronte alternativo in un contesto complesso
La discesa in campo di Marco Rizzo apre prospettive inedite in una regione storicamente guidata dal centrodestra, dove l’egemonia della Lega e dei suoi alleati sembra ancora solida. Tuttavia, la crescita della disaffezione verso la politica e l’aumento delle istanze di cambiamento suggeriscono che una fetta di elettorato potrebbe guardare con interesse alla proposta di DSP. “Il nostro è un progetto di rottura con il sistema, ma anche di ricostruzione del legame tra politica e cittadini”, ha spiegato Rizzo. E ancora: “Vogliamo ascoltare e parlare con chi lavora, con chi produce, con chi è rimasto ai margini perché abbandonato da un sistema che protegge solo le élite”. Il programma elettorale viene presentato come una risposta concreta alle crisi cicliche che investono il territorio, con l’obiettivo di garantire stabilità, crescita e inclusione sociale.
Le prime reazioni degli altri candidati e dei partiti tradizionali non si sono fatte attendere, con dichiarazioni che oscillano tra la prudenza e la critica nei confronti della proposta di DSP, ritenuta da alcuni osservatori “radicale” ma da altri necessaria per rivitalizzare il dibattito politico. L’appuntamento con le elezioni regionali del Veneto 2025 si preannuncia quindi più incerto e aperto del previsto. Con la candidatura di Marco Rizzo, la campagna elettorale si anima di nuovi temi e prospettive, offrendo agli elettori una scelta più ampia e articolata rispetto alle tornate precedenti.