L’intervista a Roberta Bruzzone
Nell’intervista de IlGiornale.it a Roberta Bruzzone vengono delineate quali sono state le caratteristiche che hanno reso il caso così pieno di ombre. “In questa storia c’è un po’ di tutto. – ha spiegato la criminologa – Io sono convinta dell’impianto accusatorio, (…): se abbiamo ragione noi, l’inchiesta viene inizialmente gestita da chi avrebbe avuto tutto il vantaggio di alterarla, rallentarla, creare occasioni di disturbo. Quindi, se l’ipotesi accusatoria è corretta, già quest’aspetto è abbastanza emblematico”. Poi la rivelazione sul movente. (Continua a leggere dopo la foto…)
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Omicidio Serena Mollicone: le ombre sul caso
“A prescindere da come si concluderà questa vicenda giudiziaria, c’è chiaramente una matrice ritorsiva. – ha spiegato Roberta Bruzzone a Il Giornale – Serena Mollicone viene uccisa, evidentemente perché rappresenta un problema per qualcuno,(…), e poi viene riportata nel boschetto di Fonte Cupa per accreditare l’ipotesi che non sia mai tornata ad Arce. (…) Chi è che si può dare tanto da fare per accreditare l’ipotesi che questa ragazza abbia fatto una brutta fine perché avrebbe dato confidenza alla persona sbagliata, quando sappiamo bene che così non è andata? Anzi l’opera di confezionamento è stata abbastanza complessa, estremamente precisa e chiaramente avvenuta altrove. Sono dei dettagli che mi fanno propendere per qualcuno che sapesse molto bene come gestire la parte dell’inchiesta e soprattutto, nonostante l’epoca sapesse evitare di lasciare tracce utili”. Poi per concludere, Bruzzone si è espressa sulle previsioni sull’esito del processo di appello. “Io, francamente, sono ottimista. Spero di non sbagliarmi ma credo che stavolta arriveremo a una condanna. Questa è la mia previsione/auspicio”