L’autopsia come chiave della verità
È attesa per giovedì l’autopsia, assieme agli esami tossicologici, che dovranno chiarire in modo definitivo la causa del decesso e l’eventuale presenza di acqua nei polmoni, segno evidente di annegamento. È il passo decisivo per sciogliere gli enigmi che circondano le disparità tra le versioni contrastanti di famiglia e Procura.
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La richiesta di chiarezza della famiglia Cinà
I genitori, la sorella gemella Roberta e il fratello Gabriele hanno chiesto fi pienezza di verità: vogliono sapere perché Simona è morta, perché è rimasta in piscina nonostante fosse sportiva e abile nuotatrice, e perché nessuno abbia sollevato l’allarme immediatamente. Il loro invito è a concentrare le energie investigative solo su fatti accertabili, senza speculazioni inutili.

Un caso pieno di punti oscuri
La vicenda, ora sotto indagine per omicidio colposo, vede elementi inquietanti: l’assenza di tracce chiare, la rimozione di video dai social, la gestione poco trasparente della festa. Ogni dettaglio sembra ribaltare l’immagine di una tragedia accidentale: la scoperta in un angolo buio, l’incoerenza tra posizioni del corpo riferite, le ricostruzioni discordanti su abbigliamento e presenza di alcolici