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Morto a 28 anni per Nitazeni, primo caso in Italia. Allerta massima

L’arresto del 29enne e i nuovi sviluppi del caso

Il 13 ottobre 2024 i Carabinieri hanno arrestato un 29enne, destinatario di più spedizioni contenenti Nitazeni. È accusato di morte come conseguenza di altro reato, un capo d’imputazione che conferma la gravità del caso. Durante le perquisizioni, gli inquirenti hanno trovato altri oppioidi sintetici come ossicodone e fentanyl, oltre a frammenti di alluminio con tracce di protonitazepina vicino al corpo della vittima — prova che la sostanza era stata assunta poco prima del decesso.

Le indagini hanno inoltre portato all’arresto di un secondo uomo di 27 anni, in possesso di cinque panetti di hashish per un totale di mezzo chilo. Un tassello che conferma l’esistenza di una rete di spaccio ampia e ben organizzata, capace di distribuire più tipi di droga sul territorio.

Allerta massima tra le autorità sanitarie e di pubblica sicurezza

Il Ministero della Salute ha attivato un livello di allerta elevato, mentre il Dipartimento per le Politiche Antidroga ha avviato un monitoraggio nazionale per verificare la presenza dei Nitazeni in altri casi sospetti. L’obiettivo è inserire rapidamente queste nuove molecole nella lista delle sostanze vietate e controllate, per limitarne la circolazione.

Le autorità invitano la popolazione, in particolare i giovani, alla massima prudenza: il rischio di overdose è elevatissimo anche con quantità impercettibili. La pericolosità dei Nitazeni risiede proprio nella loro difficile identificazione — spesso vengono venduti online come “ricerche chimiche” o sostituti legali di altri stupefacenti.

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L’importanza della prevenzione e della consapevolezza

Il caso del giovane di Brunico ha acceso un faro su una nuova emergenza sanitaria. Gli esperti chiedono campagne informative mirate, rivolte a studenti e famiglie, per spiegare gli effetti devastanti degli oppioidi sintetici. Le organizzazioni europee stanno già condividendo dati e strategie comuni per contrastare il traffico di queste sostanze che, se non fermato in tempo, rischia di diventare un problema diffuso anche in Italia.

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