Moussa Sangare, l’ipotesi che lega Yara Gambirasio a Sharon Verzeni: parla il legale di Bossetti
Sempre dalle pagine di «Giallo», è arrivata la replica della criminologa Roberta Bruzzone: “L’assassino della piccola Yara è già in prigione. L’ipotesi dell’avvocato è semplicemente fantasiosa”. La battaglia legale di Salvagni parte dal test del Dna, considerato la prova regina nel processo che ha portato alla condanna di Bossetti. Il legale contesta la metodologia utilizzata durante l’indagine e la gestione dei campioni di materiale organico. “Chiediamo solo di cercare la verità”, ha ribadito Salvagni. (continua a leggere dopo le foto)
“Chiediamo solo di cercare la verità”
Secondo Salvagni, come riportato da Il Fatto Quotidiano, ci sarebbero stati due Dna rimasti ignoti e nove formazioni pilifere trovate sul corpo di Yara che non appartengono a Bossetti. La difesa si concentra quindi su un presunto errore commesso dalla pm Letizia Ruggeri, che nel corso delle indagini ha deciso di spostare 54 campioni di Dna, portandone alla distruzione. “La certezza con cui si afferma che sul corpo di Yara c’era il nucleare di Bossetti è ascientifica“ , ha affermato Salvagni, che chiede che vengano nuovamente analizzati per cercare eventuali altre tracce di Dna, e propone di comparare i campioni trovati sul corpo della giovane con quelli di Sharon Verzeni. In ogni caso per ora per la giustizia italiana, Bossetti rimane il colpevole dell’omicidio della giovane Yara.