Regioni a confronto: dove la sicurezza è un optional
Le criticità non sono uniformi sul territorio nazionale. Ecco alcuni esempi:
• Lazio: 70 % degli edifici privi di certificazione completa.
• Isole (Sicilia, Sardegna): anche qui oltre la metà delle scuole manca delle certificazioni fondamentali.
• Nord-Est e Nord-Ovest: regioni meno colpite, con valori di edifici senza certificazioni attorno al 21,1 % (Nord-Est) e 22,6 % (Nord-Ovest).
• Regioni come Umbria (16,6 %) ed Emilia-Romagna (19,7 %) si collocano al di sotto della media nazionale.
In Valle d’Aosta, solo 8 edifici su 139 risultano completamente privi delle tre certificazioni (5,8 %).

Chi ha la responsabilità: scuole, enti locali e Stato
Secondo il dossier, le certificazioni esterne sono responsabilità di Comuni e Province, proprietari o locatori degli edifici. Le scuole stesse, come la Piaget Diaz, possono dotarsi di DVR, piano di evacuazione e procedure interne ma non possono rilasciare certificazioni esterne. In mancanza di queste ultime, la frequenza scolastica continua, spesso giustificando che i lavori non possono interrompere il servizio pubblico.
Il ministero, intervistato da alcune testate, ha replicato che i dati utilizzati risalgono al 2023-24 e non tengono conto dei lavori in corso con fondi PNRR e altri finanziamenti, che coinvolgerebbero oltre 10.000 edifici scolastici.
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Un quadro allarmante e una domanda senza risposta
Una scuola senza certificazioni non significa automaticamente rischio imminente, ma significa assenza di garanzie ufficiali su requisiti fondamentali. Il crollo alla Diaz ne è un monito.
Il dato che colpisce di più è la diffusione del problema: non si tratta di casi isolati, ma di una fragilità strutturale dell’intero sistema. Una scuola è “casa” per milioni di studenti e lavoratori: farla vivere senza i documenti che ne attestino la sicurezza è una responsabilità grave.