Le accuse
La morte di Nicolò è avvenuta, come recita l’accusa per “intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish“. Secondo quanto ricostruito dalla Procura quella droga l’avrebbe somministrata il padre, che si trova imputato di spaccio a minorenni. L’avrebbe mescolata nel ragù della pastasciutta data da mangiare al bimbo “verosimilmente – scrive il pm – allo scopo di farlo stare tranquillo e di addormentarlo“.
Fu proprio Diego a portare il figlio all’ospedale e raccontò al personale medico che Nicolò aveva ingerito una sostanza raccolta per terra al parco. Purtroppo per Nicolò, anche se il genitore avesse detto la verità, anche in caso di un intervento urgente, era impossibile da salvare, vista la quantità elevata di sostanze stupefacenti presenti nel sangue. (continua dopo la foto)
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La droga ritrovata in casa
Dopo un sopralluogo a casa dei Feltrin gli inquirenti hanno trovato tracce di droga nella perquisizione che seguì la morte del piccolo: involucri di hashish nella camera dei genitori, tracce in cucina, una tazzina da caffè con 1,2 grammi di hashish nella stanzetta del bimbo, poi sul davanzale in salotto, sulla mensola e via via. La mamma non è mai stata indagata, ma è identificata, con i nonni materni, parte offesa. Nessuno si è costituito parte civile: un particolare che renderà più semplice l’eventuale patteggiamento.
Dopo gli ultimi elementi raccolti, l’inchiesta sicuramente ora avrà una svolta. Feltrin, difeso dall’avvocato Massimiliano Xaiz, ha nominato un proprio consulente di parte. Si tratta di un caso davvero unico, in quanto non esistono precedenti di una morte di un bambino così piccolo per assunzione di cannabis. E questo spiega il lungo percorso degli accertamenti svolti da Cirnelli, che ha impiegato ben 11 mesi per consegnare la sua relazione. La difesa di Diego è pronta a chiedere il patteggiamento a 24 mesi con pena sospesa. Se il Giudice darà il via, il 44enne non si farà nemmeno un giorno di carcere.