Cosa succederà ai volontari: procedure di rimpatrio e assistenza consolare
L’ambasciata italiana a Tel Aviv è costantemente impegnata nell’offrire assistenza consolare ai cittadini italiani coinvolti. Sono in corso valutazioni sulle tempistiche per i rimpatri volontari, previsti a partire da venerdì 3 ottobre, mentre da domenica 5 potrebbero prendere avvio i rimpatri forzati, in caso di rifiuto dell’espulsione volontaria da parte degli attivisti.
La Farnesina ha chiarito che gli attivisti italiani trattenuti in Israele possono scegliere tra due opzioni: accettare l’espulsione volontaria e lasciare il Paese in tempi brevi, oppure rifiutare e rimanere in stato di detenzione fino a una decisione giudiziaria che, in media, richiede 48-72 ore. Il ministro Antonio Tajani, intervistato a Porta a Porta, ha dichiarato: “Tutti dovranno attendere due-tre giorni, perché con la ricorrenza dello Yom Kippur, fino a domani sera, nessuna pratica potrà essere evasa”. Nel frattempo, gli attivisti rimarranno probabilmente in un centro di detenzione nel porto di Ashdod.
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L’intercettazione della Flotilla ha richiesto un massiccio dispiegamento di forze: secondo alcune fonti, sono stati impiegati 600 agenti israeliani, supportati da drone armati con granate. In via eccezionale, le autorità israeliane hanno concesso esenzioni religiose speciali per permettere l’operazione anche durante lo Yom Kippur, una delle più importanti festività ebraiche.
