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Nuovo virus, scatta l’allarme anche in Italia: il primo caso, i sintomi e a cosa fare attenzione

Sintomi, incubazione e trattamento

Il virus si manifesta dopo un’incubazione di 4-8 giorni, con sintomi che includono:

  • Febbre alta
  • Dolori articolari intensi, spesso invalidanti
  • Eruzioni cutanee
  • Nausea e affaticamento
  • In rari casi, complicazioni neurologiche o cardiache

Non esiste una cura specifica. Si trattano i sintomi con antipiretici, antidolorifici e molto riposo. I vaccini esistenti sono ancora poco diffusi e disponibili. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’attuale ondata è partita da La Réunion, isola francese dell’Oceano Indiano, dove un terzo della popolazione è stato contagiato. Da lì, il virus si è diffuso in:

  • Madagascar
  • Kenya
  • India
  • Sud-est asiatico

… e ora anche in Europa.

In Francia si registrano 833 casi importati e almeno 12 focolai autoctoni – cioè trasmissioni locali – concentrati nel sud del Paese. È la prova che il virus si adatta ai climi temperati e non è più un problema esclusivamente tropicale. In Italia, al 22 luglio 2025, sono stati confermati: 30 casi totali di Chikungunya; 29 importati da viaggi all’estero e 1 caso autoctono, potenzialmente originato sul territorio nazionale. Il dato preoccupa. Non è più solo un contagio esterno: la trasmissione locale è possibile, e inizia a manifestarsi. Parallelamente, sono già 96 i casi di Dengue, di cui 3 autoctoni.

Perché il virus si espande?

Tre le cause principali:

  • Cambiamenti climatici, che favoriscono la proliferazione delle zanzare
  • Crescita dei viaggi internazionali
  • Urbanizzazione disordinata, con aumento dei ristagni d’acqua

L’OMS avverte: “Gli arbovirus rappresentano una minaccia crescente per la salute pubblica: 5,6 miliardi di persone in 119 Paesi sono a rischio.” La zanzara tigre è ormai stabile in gran parte d’Italia. Può trasmettere anche altri virus, come Zika e Dengue. Per questo motivo, la prevenzione è fondamentale. Le raccomandazioni? Eliminare i ristagni d’acqua (sottovasi, tombini, secchi), usare repellenti e zanzariere, indossare abiti lunghi e chiari ed evitare zone a rischio nelle ore diurne. Per restare aggiornati il consiglio è di tenere sotto controllo il sito dell’Iss.

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