Imane Khelif su Carini: “Voleva indebolirmi”
“La pugile italiana mi conosce bene da anni, – ha esordito Imane Khelif in un’intervista all’emittente SNTV – perché mi sono spesso recata in Italia ad allenarmi come membro della squadra nazionale. Mi sono allenata con lei e con gli allenatori, che mi conoscono da quando ero più giovane. Hanno usato questa campagna diffamatoria per cercare di indebolirmi”.
Imane Khelif ha infine bollato come bullismo le critiche ricevute per la sua partecipazione alle Olimpiadi, un traguardo raggiunto dopo tanti sacrifici. Ha sottolineato che i riferimenti alla sua condizione biologica erano una forma di coercizione psicologica volta a metterla fuori combattimento ancor prima di iniziare, poiché non è mai stata prodotta alcuna prova forense o scientifica che dimostri che non sia una donna. Su questo punto, la federazione algerina e il CIO hanno sostenuto Khelif, difendendo la sua regolare partecipazione alle competizioni.
“Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto – ha concluso l’atleta -, tutti gli uomini e le donne algerini, tutte le persone del mondo arabo e il mondo intero che si è schierato dalla mia parte in questa feroce campagna contro di me. Il bullismo ha conseguenze devastanti e può distruggere le persone, uccide i pensieri, lo spirito e la mente, divide i popoli. La mia famiglia a casa in Algeria è preoccupata. Li sento due volte a settimana, spero non siano troppo profondamente feriti da tutto questo. Vincere l’oro sarebbe la mia miglior risposta“.