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Imane Khelif torna sul ring, ma scatta la protesta: la lettera al comitato Olimpico

La lettera della federboxe ungherese al Cio

La federboxe ungherese non ci sta e ha annunciato la sua presa di posizione durissima su questo match tra Hamori e Khelif. La federazione avrebbe scritto una lettera di protesta al Cio riguardo all’incontro ritenuto impari e ingiusto: «Lo riteniamo inaccettabile e scandaloso. Vogliamo esprimere la nostra indignazione». Tuttavia, da quanto riportato dal “Corriere della Sera”, il portavoce del Cio Mark Adams avrebbe rassicurato sulla abbondante documentazione medica presentata dall’atleta algerina: “Gli organizzatori hanno certificato che Imane non dispone di alcun vantaggio derivante dalla sua situazione ormonale” ha concluso.

La risposta del Coni

Il presidente del Coni, Malagò è intervenuto sulla questione ieri. «Ovviamente provo un po’ di imbarazzo istituzionale. (…) L’algerina non ha fatto oggi il primo match della sua vita, sono almeno 8-9 anni che è nel circuito della boxe. È stata la portabandiera dell’Algeria ad Orano ai Giochi del Mediterraneo. Ha vinto i Campionati Africani, ma nel 2017 ha fatto i Campionati del Mondo e nel 2021 l’Olimpiade di Tokyo senza fare medaglia. Ha un passaporto, che non devo giudicare io, che dichiara che è donna. Poi è giusto che ognuno faccia le sue considerazioni, però quello che dico è di non sostituirci al mestiere degli altri

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