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Omicidio di Villa Pamphili, Kaufmann insulta gli italiani: “Ecco cosa siete”

Una fuga fatta di bugie

Il percorso di fuga parte dal mar di Sicilia. Tra marzo e aprile, Kaufmann contatta più imprenditori per affittare barche e ville, usando almeno tre SIM diverse e carte di credito intestate a nomi differenti. Si finge “Capozzi”, chiede prezzi per spostarsi da Palermo a Malta. Poi, una volta giunto a Roma, cambia ancora pelle.

Nella capitale viene fermato almeno tre volte dalla polizia, anche mentre passeggia con la neonata in braccio, già orfana. Alla domanda sulla madre risponde che «è via per lavoro». Nessun controllo, nessuna perquisizione. Nel frattempo frequenta ristoranti di lusso, ma anche la mensa della Caritas, vive in una tenda a ridosso del parco dove poi si consumerà la tragedia.

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Il cerchio si chiude a Skiathos, ma restano le ombre

Il 17 giugno viene arrestato in Grecia, sull’isola di Skiathos, con documenti falsi. Davanti al giudice insulta l’Italia: «Italiani mafiosi», riporta Il Sole 24 Ore. Intanto, la Procura di Roma ha avviato una rogatoria internazionale che coinvolge Malta, Grecia, Russia e Ucraina, nel tentativo di ricostruire la vera identità di Stella e fare luce sulle origini della bambina. Chi era davvero Francis Kaufmann? Un uomo che da giovane aveva studiato regia, riceveva 5mila euro al mese dai genitori americani e si spacciava per produttore indipendente. Un truffatore? Un manipolatore? O qualcosa di peggio? Le sue tre vite parallele, gli alias, le relazioni spezzate da denunce, i post fasulli sui social, raccontano di un individuo che ha saputo mimetizzarsi tra le pieghe dell’anonimato, ingannando chiunque. Oggi è rinchiuso nel carcere di Larissa, in Grecia, in attesa dell’estradizione in Italia.

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