La spinta della Spagna e le divisioni tra i Paesi membri
A riaccendere la discussione è stata la Spagna, durante una recente riunione del Consiglio Ue sull’Energia.
Il premier Pedro Sánchez ha espresso apertamente la sua posizione: “Questa settimana si torna a cambiare l’ora. Un’altra volta. E francamente non ha senso.”
Madrid chiede un accordo rapido per eliminare definitivamente il doppio orario, considerato ormai superato. Tuttavia, non tutti i Paesi sono d’accordo.
Il Consiglio Ue deve raggiungere una maggioranza qualificata per procedere, ma al momento le posizioni restano frammentate.
Alcuni governi preferirebbero mantenere l’ora solare tutto l’anno, altri optano per l’ora legale permanente. La proposta prevede che ogni Stato possa scegliere autonomamente, ma solo dopo l’approvazione congiunta di Parlamento e Consiglio.

Economia, turismo e agricoltura: chi vince e chi perde
L’abolizione del cambio dell’ora avrebbe effetti concreti anche sul piano economico.
Il settore agricolo, ad esempio, teme che la stabilizzazione dell’orario possa alterare i ritmi legati alla luce naturale, complicando la gestione delle attività quotidiane.
Al contrario, il mondo del lavoro e delle imprese digitali accoglierebbe la novità con favore, vedendo nell’orario fisso un modo per semplificare la pianificazione e migliorare la produttività.
Il settore dei trasporti, inoltre, beneficerebbe di una maggiore sincronizzazione internazionale, evitando gli sfasamenti tra Paesi che oggi complicano gli orari di voli e collegamenti ferroviari.
Leggi anche: Bomba esplode sotto casa del politico: perché il grave attentato. C’è paura
Un cambiamento epocale alle porte
La Commissione europea, intanto, continua a raccogliere dati e valutazioni per arrivare a una proposta definitiva nei prossimi mesi.
La decisione finale richiederà ancora tempo, ma il vento sembra ormai cambiato: l’Europa è pronta a dire addio al cambio delle lancette dopo oltre mezzo secolo.
Tra promesse, analisi e posizioni contrastanti, milioni di cittadini attendono solo una conferma: che quella di marzo o ottobre possa essere l’ultima volta.