L’allarme antisemitismo
La situazione è aggravata da un altro dato inquietante: 733 segnalazioni di episodi antisemiti in Italia solo dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, il 7 ottobre 2023. Una cifra che parla da sola e che mostra quanto il conflitto in Medio Oriente stia alimentando in Europa e nel nostro Paese una deriva di odio etnico e religioso che colpisce indiscriminatamente. Le scritte sui muri, i manifesti con svastiche, le minacce velate o esplicite contro cittadini ebraici, giornalisti e politici stanno diventando sempre più frequenti. Una dinamica che richiama alla memoria i momenti più bui della storia europea, e che spinge il governo a riflettere su nuove contromisure.
Nel frattempo, all’interno della maggioranza, si studiano misure preventive per contrastare le derive violente. La Lega starebbe lavorando a una proposta di legge che imponga agli organizzatori di manifestazioni considerate “a rischio” di depositare una garanzia finanziaria: un fondo destinato a coprire eventuali danni provocati durante i cortei. Un’idea che ha già sollevato polemiche tra le opposizioni, che la considerano una stretta alla libertà di protesta. Ma per i promotori la misura è necessaria per “responsabilizzare chi organizza eventi che finiscono troppo spesso in disordini e devastazioni”.

Il prossimo banco di prova: Italia-Israele
A far crescere ulteriormente la tensione è l’appuntamento del 14 ottobre a Udine, dove si disputerà la partita di calcio Italia-Israele. Un match che, sulla carta, dovrebbe essere solo sportivo ma che rischia di trasformarsi in un nuovo terreno di scontro politico e ideologico. Le autorità locali e il Viminale temono che gruppi pro-Palestina possano organizzare proteste e azioni di disturbo per chiedere l’annullamento dell’incontro. I servizi di sicurezza sono già al lavoro per predisporre un piano di controllo straordinario dentro e fuori lo stadio, con particolare attenzione ai cortei non autorizzati. Quel che emerge, in fondo, è un quadro desolante: la rabbia politica ha oltrepassato il limite del confronto civile, trasformandosi in minaccia personale e odio trasversale. Colpire una madre attraverso la figlia, usare simboli nazisti per ridurre la complessità geopolitica a caricatura, è il segno di un clima malato che non risparmia nessuno.