Il ritorno alla sensibilità di Benedetto XVI
Il gesto di Leone XIV ricorda da vicino quanto sostenuto da Benedetto XVI in merito all’orientamento liturgico. Joseph Ratzinger, pontefice emerito, sosteneva con forza che la croce al centro dell’altare rappresentasse “l’oriente interiore della fede” e che fosse fondamentale per la piena partecipazione della comunità orante. Una croce al centro, secondo lui, non è un ostacolo ma una condizione fondamentale per celebrare la Messa versus populum.
La scelta di Leone XIV, dunque, non è soltanto un ritorno formale alla tradizione, ma un’affermazione teologica ben precisa. Come riportato da Il Tempo, è stato proprio il Papa a volere personalmente che la croce tornasse al centro, nonostante l’opuscolo liturgico per la celebrazione avesse previsto l’allestimento laterale. Una decisione netta, che rompe con l’impostazione più sobria e minimalista adottata da Papa Francesco durante il suo pontificato.
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Segnali di un cambiamento più ampio?
La ricomparsa del crocifisso al centro dell’altare ha entusiasmato i fedeli e i teologi più vicini alla sensibilità ratzingeriana, che vedono in Leone XIV un pontefice più attento alla sacralità e alla solennità del culto. Alcuni auspicano persino il ritorno dei sette candelabri, un elemento che richiama la tradizione liturgica preconciliare e che, per molti, simboleggia una maggiore enfasi sul mistero eucaristico.
Tuttavia, non è ancora chiaro se questo gesto resterà un’eccezione o se diventerà la nuova norma nelle celebrazioni del Papa. Certo è che Papa Leone XIV, fin dai suoi primi giorni, ha mostrato l’intenzione di lasciare un segno profondo nella liturgia e nella spiritualità della Chiesa contemporanea. E lo sta facendo partendo proprio dai simboli.
