Nuove regole per investimenti: controllo incrociato e politica comunenti
La riforma non si limita a spostare competenze: introduce un quadro operativo più stringente per gli investimenti. Le linee guida ribadiscono che ogni operazione finanziaria deve rispettare la Politica di investimento approvata e seguire le disposizioni del Comitato per gli Investimenti.
L’Amministrazione del Patrimonio resta l’organo operativo, ma opera ora in un sistema di controlli incrociati, con ruoli e responsabilità più chiaramente definiti. L’intento è evitare discrezionalità e favorire valutazioni basate su criteri condivisi e trasparenti.

Abrogazione del Rescriptum 2022: si chiude la fase transitoria
Con la pubblicazione del nuovo documento viene formalmente abrogato il Rescriptum del 23 agosto 2022, che aveva regolato in via transitoria l’amministrazione e la gestione delle attività finanziarie e della liquidità della Santa Sede. La rimozione del Rescriptum sancisce la fine di una fase sperimentale e l’avvio di un modello più strutturato e permanente.
La scelta è stata presa dopo consultazioni e raccomandazioni condivise — approvate all’unanimità dal Consiglio per l’Economia e avallate da esperti consultati — e recepite integralmente dal Pontefice.
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Implicazioni pratiche e reazioni previste
Sul piano pratico, l’apertura all’uso di intermediari esterni significa che la Santa Sede potrà confrontare diverse offerte operative e strumenti finanziari, potenzialmente aumentando efficienza e diversificazione degli impieghi. Sul piano istituzionale, la mossa rafforza il principio della corresponsabilità tra istituzioni curiali, chiedendo convergenza e collaborazione.
È prevedibile che i prossimi mesi saranno caratterizzati da fasi di adattamento operativo e da momenti di confronto tra i principali attori coinvolti — dallo Ior al Comitato per gli Investimenti, fino all’Amministrazione del Patrimonio — per definire le nuove prassi.