Papa Prevost, Parolin svela cosa è successo dopo l’elezione
Il neoeletto Pontefice, fin dai suoi primi minuti sul balcone di San Pietro, ha mostrato di avere le idee chiare. Nelle sue parole iniziali, un appello disarmante e limpido alla pace, definita come “disarmata e disarmante”. Parole che non suonavano retoriche, ma dense di significato in un tempo in cui il mondo è segnato da conflitti laceranti. Parolin non parla di Prevost da estraneo. I due si erano già incrociati in passato, quando il nuovo Papa era ancora vescovo a Chiclayo, in Perù, e il cardinale aveva appena assunto il suo incarico alla Segreteria di Stato. “Lo conobbi per una questione spinosa che riguardava la Chiesa in Perù”, svela Parolin, rievocando un primo contatto che fu tutt’altro che formale.

La forza dell’eredità agostiniana
Negli ultimi due anni, poi, hanno collaborato da vicino, dopo che Papa Francesco aveva voluto Prevost a capo del Dicastero per i Vescovi, ruolo strategico nella macchina vaticana. Da lì, racconta Parolin, è emersa tutta la sua cifra personale: “Conoscenza delle situazioni, pacatezza, equilibrio, rispetto, attenzione e amore per tutti.” A rafforzare il profilo spirituale e intellettuale di Leone XIV c’è anche la sua profonda formazione agostiniana. È in Sant’Agostino, figura di riferimento della Chiesa e dei pensatori contemporanei, che il nuovo Pontefice attinge ispirazione, metodo e visione.

Cosa pensa Parolin di Papa Leone XIV
Parolin ne è convinto: “Papa Leone XIV troverà, oltre ovviamente che nella grazia del Signore, nella sua grande esperienza di religioso e pastore e nell’insegnamento del grande padre Agostino, le risorse per svolgere il suo ministero”. Un ministero che si preannuncia denso di sfide ma anche di speranza, in un tempo in cui la Chiesa cerca di rimanere ancorata al suo messaggio universale, mentre il mondo cambia vorticosamente. Il Segretario di Stato conclude la sua lettera con parole che sanno di affidamento ma anche di affetto: “Noi gli siamo vicini con il nostro affetto, la nostra obbedienza e la nostra preghiera”. Una frase semplice, ma significativa. Perché dietro ogni Papa c’è sempre una Chiesa che lo accompagna, fatta di uomini, donne, popoli. E ora, accanto a Leone XIV, c’è un lungo cammino da compiere.