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Patente ritirata alla sua fedelissima, interviene il leader politico: è polemica

Il passaggio in Prefettura e i risvolti politici

Il secondo momento decisivo della giornata si è consumato poche ore dopo il controllo, quando Cristina Manetti si è recata presso la Prefettura di Firenze, accompagnata dal Presidente della Regione Toscana. Qui è stato richiesto un incontro con la prefetta Valeria Ferrandino al fine di chiarire l’iter relativo alla sanzione accessoria, ovvero la sospensione della patente, e informarsi sulle procedure per la presentazione di un eventuale ricorso amministrativo. Gli uffici competenti hanno illustrato dettagliatamente le tappe della procedura, invitando la Manetti a rivolgersi successivamente all’Ufficio Patenti per ulteriori approfondimenti. La presenza di Giani in Prefettura è stata ufficialmente confermata dal Ministero dell’Interno, sottolineando così il diretto coinvolgimento del governatore nella questione. Questa circostanza ha scatenato una viva polemica in ambito politico, soprattutto da parte dell’onorevole Chiara La Porta (Fratelli d’Italia), che aveva avanzato l’interrogazione parlamentare. La deputata ha criticato apertamente l’atteggiamento del presidente regionale, sostenendo che si sia attivato in modo diretto per sostenere la sua collaboratrice.

La Porta, in particolare, ha dichiarato: “lei non sa chi siamo noi”, contestando la scelta di Giani di recarsi personalmente sia sul luogo del controllo sia in Prefettura. Questa affermazione ha alimentato il dibattito pubblico sul corretto esercizio delle prerogative istituzionali e sulla separazione tra sfera privata e ruolo pubblico. Le dinamiche interne all’amministrazione regionale sono apparse ulteriormente complesse, dal momento che la Manetti, dopo l’episodio, è stata nominata assessore alla cultura. Questo elemento ha aggiunto ulteriore tensione alla vicenda, alimentando il confronto politico sulla trasparenza e sulla gestione dei rapporti tra funzionari e vertici istituzionali.

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Eugenio Giani durante una conferenza stampa sul caso Manetti

L’iter amministrativo: dalla sanzione al ricorso

Dal punto di vista procedurale, la Polizia stradale ha trasmesso il verbale alla Prefettura il 21 ottobre, dando così avvio all’iter amministrativo previsto dalla normativa. Il 23 ottobre, la Prefettura ha formalizzato la decisione di sospendere la patente della Manetti per la durata di due mesi, applicando i parametri previsti per la prima infrazione di questa entità. Il provvedimento è risultato effettivo a partire dal giorno del controllo, il 13 ottobre. In seguito, la Prefettura ha ricevuto notifica del ricorso presentato da Cristina Manetti presso il Giudice di Pace. Attraverso tale istanza, la dirigente ha richiesto l’annullamento del verbale e la sospensione cautelare della misura adottata a suo carico. La procedura, in linea con quanto previsto dall’ordinamento, ha comportato la sospensione momentanea dell’efficacia della sanzione in attesa dell’esame del ricorso da parte dell’autorità giudiziaria competente.

La vicenda ha mantenuto alta l’attenzione degli organi di informazione e delle forze politiche, non solo per il risvolto amministrativo, ma anche per le implicazioni simboliche e istituzionali legate all’episodio. La trasparenza delle procedure e la regolarità delle decisioni assunte sono state oggetto di attenta verifica da parte delle autorità centrali e locali. Il 10 novembre, tramite il proprio legale, l’interessata ha comunicato la rinuncia al ricorso e il pagamento della sanzione pecuniaria, chiudendo così la fase giudiziaria della vicenda. Il giorno successivo, il Giudice di Pace ha dichiarato estinto il procedimento e ha cancellato la causa dal ruolo, ponendo termine all’azione legale intrapresa dalla Manetti.

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