L’Inps ha istituito un fondo di previdenza, chiamato Fondo casalinghe, al quale possono iscriversi le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti e derivanti da responsabilità familiari. Di fatto, è la casalinga a versare i contributi per suo conto, così da potersi garantire il diritto a una pensione dopo un certo numero di anni, persino prima rispetto ai 71 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia contributiva. Quanto si prende di pensione? Questo dipende da vari fattori: vediamo i dettagli.
Fondo pensione per le casalinghe: come funziona
L’Inps non elargisce alcun assegno della pensione di 1.000 mensili, in maniera gratuita. Nella realtà il contributo di cui si fa menzione è concesso in presenza di specifici requisiti. La prima condizione per poter ottenere la pensione è il non aver mai lavorato fuori casa, se non part time. La cifra si può riscattare a partire dai 57 anni di età. La partecipazione al Fondo casalinghe non ha vincoli ed ha una natura strettamente autonoma senza obbligo, tranne che il chiedere l’adesione a un rapporto previdenziale futuro. Una volta fatta la richiesta alla partecipazione al Fondo, l’INPS invia la documentazione relativa ai contributi da versare nel conto assicurativo dell’Istituto. Uomini e donne possono inviare la richiesta a partire dai 16 anni ed non oltre i 65 anni.
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Come funzionano i versamenti e quanto vale l’importo
La base contributiva oltre ad essere volontaria parte da un valore minimo di 25,82 euro mensili, per un totale complessivo di 309,84 euro annui. Si avrà diritto alla pensione qualora vengano rispettati gli anni di versamento. Le casalinghe che hanno aderito possono ricevere un trattamento economico anche con soli cinque anni di versamenti contributivi. Ovviamente l’importo dipenderà dalla somma versata e per quanti anni si è versata.
Facciamo un esempio. Mettiamo caso che si scelga di versare l’importo minimo, ossia di 309,84 euro, per 10 anni. Il montante contributivo è di 3.098,50 euro, con una piccola rivalutazione intervenuta negli anni. Mettiamo, dunque, che grazie alla rivalutazione si sia arrivati a 4.000 euro. Considerando i 10 anni di contributi, questa dovrà necessariamente attendere i 65 anni per andare in pensione, con un coefficiente di trasformazione pari al 5,220%. Questo, applicato al montante contributivo suddetto, dà come risultato circa 208 euro l’anno, quindi appena 16 euro al mese per tredici mensilità.