Riforma delle pensioni, cos’è la proposta di quota 67 più 25: chi può lasciare il lavoro
La proposta per la riforma delle pensioni quindi è del sistema 67+25: almeno 67 anni di età e almeno 25 anni di contributi (invece dei 20 attuali) per lasciare il lavoro. In questa maniera si intende premiare le persone che decidono di restare più a lungo. Con la legge di bilancio varata a fine 2023, il governo Meloni ha deciso di “contrastare” i pensionamenti anticipati. L’esecutivo ha riconfermato quota 103 (pensione con 62 anni di età e 41 di contributi), ma con importi più bassi e requisiti più stringenti, proprio per non incoraggiare troppo i lavoratori. (continua a leggere dopo le foto)
Perché è un incentivo ad una permanenza più lunga nel mondo del lavoro
Come scrive “Il Messaggero”, la proposta di Brambilla e Mundo “prevede di aumentare il requisito contributivo a 25 anni, rendendo l’accesso alla pensione più selettivo. Questo cambiamento potrebbe avere un impatto significativo, soprattutto per i lavoratori che maturano i requisiti minimi nel 2025, costringendoli a lavorare altri cinque anni per raggiungere il nuovo traguardo contributivo”. Non solo, al contempo essa introduce una “nuova fascia di flessibilità per il pensionamento, permettendo ai lavoratori di ritirarsi tra i 64 e i 72 anni. Chi decide di lasciare il lavoro prima dei 67 anni subirà una riduzione dell’assegno pensionistico, incentivando così una permanenza più lunga nel mondo del lavoro”.