
Ansia notturna e preoccupazione tossica
Secondo il professor Murray, ciò che viviamo in quelle ore non è una riflessione lucida, ma un processo mentale distorto che definisce “il gemello malvagio della soluzione dei problemi”: la preoccupazione. “La preoccupazione è identificare un problema, rimuginare sul peggior risultato possibile e trascurare le risorse che vorremmo sfruttare se il risultato non desiderato dovesse verificarsi effettivamente”, spiega Murray.
Durante queste ore, infatti, siamo al minimo energetico, sia fisicamente che psicologicamente. La nostra capacità di coping – ovvero le competenze che ci aiutano ad affrontare lo stress – è ridotta ai minimi termini. E senza i consueti stimoli sociali o punti di riferimento esterni, la mente si ritrova a lottare da sola, amplificando dubbi, insicurezze e paure. Come se non bastasse, la vulnerabilità emotiva è massima: ci sentiamo “nudi”, come dice lo stesso scienziato, inermi davanti al flusso incessante di pensieri.
Strategie e rituali per il sonno
Ma esistono delle soluzioni, anche semplici, per interrompere questo ciclo ansiogeno. Il professor Murray suggerisce pratiche che possano riancorare la mente al presente: “Concentrarsi sul suono del proprio respiro”, magari aiutandosi con dei tappi per le orecchie, può rivelarsi una forma efficace di meditazione. Se questo non dovesse bastare, accendere una luce tenue e leggere un libro può aiutare a distrarre la mente e calmare l’attività cerebrale.
Naturalmente, se questi risvegli diventano frequenti, è importante rivolgersi a specialisti in psicologia o terapia cognitivo-comportamentale. In un periodo storico in cui l’ansia è cresciuta esponenzialmente, anche a causa della pandemia di COVID-19, non è raro che i disturbi del sonno si trasformino in campanelli d’allarme da non sottovalutare.
L’articolo di Fanpage, che ha rilanciato le parole del professor Murray, ha suscitato molta partecipazione online. “Mi ha fatto piacere leggere questo articolo, pensavo fosse una cosa personale”, scrive un’utente su Facebook. “Guarda caso ho l’ansia solo dal lunedì a venerdì”, ironizza un altro commento, segno che questo fenomeno colpisce tanti, spesso in silenzio.