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Politica sotto shock, arrestato l’uomo di Fratelli d’Italia

Un consigliere regionale appartenente a Fratelli d’Italia è stato posto agli arresti domiciliari questa mattina, al termine di una vasta operazione condotta da Carabinieri e Guardia di Finanza. L’indagine, coordinata dalla Procura di Latina, ipotizza un articolato sistema di favori e scambi che coinvolgerebbe imprenditori attivi nei settori del commercio alimentare, della sanità e della gestione dei rifiuti. Stiamo parlando di Enrico Tiero.

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Ritratto di Enrico Tiero, consigliere di Fratelli d'Italia arrestato

Scambi illeciti tra politica e imprese

Dagli atti emerge che il consigliere “avvalendosi delle proprie funzioni, avrebbe agevolato le attività e gli interessi di alcuni imprenditori operanti in vari settori (commercio alimentari, sanitario, raccolta rifiuti) nell’ambito della gestione di pratiche e iter amministrativi e procedurali, a fronte di utilità, quali assunzioni lavorative e, in un caso, una somma di denaro e la sottoscrizione di schede di tesseramento a un partito politico“. Questo passaggio sottolinea la natura delle accuse, che ruotano attorno a presunte interferenze nella sfera pubblica finalizzate a ottenere vantaggi personali o politici.

Il caso Enrico Tiero: sospensione e sviluppi giudiziari

Enrico Tiero, già oggetto di inchiesta per corruzione nei mesi precedenti, aveva deciso in passato di autosospendersi dal Consiglio regionale dopo la diffusione delle prime notizie sull’indagine. Un gesto interpretato come segno di trasparenza, oggi rivalutato alla luce dell’aggravarsi della situazione giudiziaria. Secondo gli inquirenti, l’ex consigliere avrebbe agito in modo sistematico per favorire imprese locali e strutture sanitarie in cambio di benefici personali o politici.

Sanità e favori: la vicenda della clinica

Uno degli aspetti più delicati riguarda i rapporti tra il consigliere e l’Icot di Latina, struttura sanitaria convenzionata con il servizio pubblico. Gli inquirenti sostengono che Tiero avrebbe garantito sostegno alla clinica in cambio di un trattamento di favore per la figlia, impiegata presso l’istituto. “La vip”, come la definivano alcuni colleghi, avrebbe beneficiato di una posizione privilegiata grazie all’influenza del padre.

Contratto e rassicurazioni: le intercettazioni

Dalle ricostruzioni investigative risulta che la figlia del consigliere lavorava già presso l’Icot con un contratto a termine prossimo alla scadenza. In merito alle sue preoccupazioni, avrebbe ricevuto rassicurazioni direttamente dal padre: “di non temere nulla e che anzi, poteva già chiedere un mutuo per la casa”. Secondo la Procura, tale sicurezza derivava dall’accordo illecito tra il politico e la direzione della struttura sanitaria.

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