L’epurazione delle ideologie “woke” e la riforma delle forze armate
Il Segretario della Guerra ha annunciato una profonda riforma strutturale delle forze armate, presentando un piano di rinnovamento che mira a porre fine a quelli che ha definito “decenni di decadenza”. Il principale bersaglio di questa operazione di epurazione sono le cosiddette “sciocchezze ideologiche” che, secondo la nuova dirigenza, avrebbero distolto l’esercito dalla sua vera funzione. Tra i punti più contestati, Hegseth ha citato le politiche “woke”, ovvero l’attenzione a tematiche come il cambiamento climatico, le campagne contro il bullismo, la gestione dei leader “tossici” e soprattutto l’adozione di criteri di promozione basati su razza o genere. Secondo il Segretario, questi elementi avrebbero indebolito le capacità operative delle forze armate, sottraendo energie e risorse alla preparazione al combattimento.
“Siamo diventati il ‘dipartimento woke’. Ma ora non più”: con queste parole, Hegseth ha sancito il ritorno a una meritocrazia militare fondata esclusivamente sulla competenza e sulla capacità di combattimento. L’obiettivo dichiarato è quello di ricostruire un esercito coeso, efficiente e libero da ogni influenza estranea alla missione principale di difesa nazionale. La riforma prevede inoltre una revisione dei criteri di selezione e avanzamento, con maggiore enfasi sulle abilità tecniche e strategiche, a scapito delle logiche di rappresentanza identitaria. In questo modo, la leadership militare punta a ristabilire la propria autorevolezza e a garantire la massima efficienza operativa in ogni scenario.
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Ritorno agli standard fisici adeguati
Un aspetto particolarmente rilevante del discorso è stato il richiamo a standard fisici rigorosi per tutto il personale, a partire dai vertici militari. Hegseth ha espresso la propria fermezza nel non tollerare più la presenza di “generali e ammiragli grassi” nelle posizioni di comando, considerandola “una brutta figura” e il simbolo di una decadenza istituzionale che deve essere superata.
Secondo la nuova dottrina, la preparazione fisica deve rappresentare un requisito imprescindibile per chiunque ricopra ruoli di responsabilità nelle forze armate. L’immagine di disciplina e prontezza, infatti, non può prescindere da leader che incarnino l’ethos del guerriero sia sotto il profilo strategico che fisico. Hegseth ha ribadito che “è del tutto inaccettabile vedere nei corridoi del Pentagono generali e ammiragli grassi… è una brutta figura”, sottolineando la volontà di imprimere un cambiamento radicale anche nella cultura interna dell’istituzione. L’obiettivo è quello di ricostruire una catena di comando autorevole, in grado di motivare e ispirare le nuove generazioni di militari.