Scuola, le regole di decoro nelle diverse regioni
Le scuole italiane, a seconda della regione e del grado d’istruzione, presentano variazioni nelle norme sull’abbigliamento. All’Istituto comprensivo R. Franceschi di Trezzano, che comprende infanzia, primaria e secondaria, sono vietate anche «unghie estremamente lunghe e appuntite» per motivi di sicurezza, mentre a Pomigliano d’Arco vengono bandite zeppe e tacchi alti per prevenire incidenti.
Alcune scuole hanno scelto di comunicare le nuove regole attraverso strumenti visivi. A Taormina, ad esempio, un istituto superiore ha allegato alla circolare un dépliant illustrato che mostra in modo chiaro quali capi siano consentiti e quali invece vietati: sono ammesse gonne lunghe e T-shirt, mentre minigonne e canottiere non sono tollerate, in una modalità che richiama la segnaletica delle chiese. Un approccio ancora più rigoroso si riscontra nell’istituto tecnico e professionale S. Calvino – G.B. Amico di Trapani, dove la violazione delle regole comporta l’emissione di una ammonizione scritta che influisce direttamente sulla valutazione del comportamento dello studente.
Leggi anche: Robert Redford, un’eredità da capogiro: a chi andrà tutto

La percezione degli studenti
Secondo un’indagine condotta da Skuola.net su un campione di quasi tremila studenti, il 30% dei partecipanti afferma di dover prestare attenzione quotidiana ai propri abiti per evitare richiami ufficiali, mentre il 55% riceve raccomandazioni informali sulla scelta dell’abbigliamento. Questi dati evidenziano come la questione del dress code sia percepita come una presenza costante nella vita scolastica.
Molti studenti ritengono che le nuove disposizioni rappresentino una forma di controllo eccessivo, ma altri ne riconoscono l’utilità per mantenere un ambiente rispettoso e professionale. Alcune associazioni studentesche hanno chiesto maggiore chiarezza sulle regole, affinché non vengano applicate in modo arbitrario o discriminatorio.
Non manca, inoltre, il dibattito sulla necessità di aggiornare tali regolamenti in funzione dei cambiamenti culturali e sociali, cercando un equilibrio tra libertà personale e rispetto delle regole condivise. In alcuni casi, i consigli d’istituto hanno avviato consultazioni con rappresentanti di studenti, docenti e famiglie per definire insieme le linee guida più appropriate.