L’ironia su Calenda: “Lo scrutatore non votante”
Non poteva mancare un riferimento al suo ex alleato e oggi rivale, Carlo Calenda. Con la consueta ironia, Renzi ha smorzato il tono delle polemiche ma non la sostanza: «A me Calenda sta drammaticamente simpatico», ha premesso, citando poi Samuele Bersani per definirlo “lo scrutatore non votante”.
Un affondo elegante ma velenoso, con cui il leader di Italia Viva ha accusato Calenda di essere uno che “predica la fine del bipolarismo ma non si candida mai da nessuna parte, perché dice che le Regioni fanno schifo”. Un passaggio che ha strappato risate e applausi al pubblico, confermando la vena caustica del Renzi-show.
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Un discorso tra strategia e provocazione
Dietro la provocazione della “profezia” su Giorgia Meloni, c’è probabilmente una strategia comunicativa: Renzi si ritaglia il ruolo di osservatore lucido e disincantato, capace di riconoscere i meriti dell’avversario pur mantenendo il fuoco della critica politica. Il leader di Italia Viva, insomma, continua a muoversi sul crinale tra analisi e provocazione, tra elogio tattico e polemica mirata. Il suo messaggio finale, tra una battuta e una stoccata, è chiaro: la politica italiana resta in movimento, e lui non intende restare a guardare.