
Putin attacca gli europei: il duro affondo
Le parole di Putin, già in diverse occasioni rivolte ai Paesi occidentali con tono minaccioso, amplificano la complessità del quadro e rendono la ricerca di una soluzione diplomatica ancora più ardua.
Secondo quanto riporta Leggo, Vladimir Putin ha definito gli europei “porcellini”, accusandoli di essersi allineati ciecamente alla politica americana dell’ex presidente Biden e di aver sottovalutato la resilienza della Russia. Durante un intervento al ministero della Difesa, il presidente russo ha dichiarato: «Tutti credevano che in breve tempo avrebbero distrutto e fatto crollare il nostro Paese». L’accusa si estende all’Occidente, che avrebbe avviato l’offensiva in Ucraina con l’intento di provocare il crollo della Russia, secondo il leader del Cremlino.
La risposta diplomatica e le sanzioni USA
In risposta alle minacce e alla retorica di Putin, gli Stati Uniti stanno preparando un nuovo ciclo di sanzioni mirate al settore energetico russo. Sempre come riporta Leggo, l’obiettivo è esercitare ulteriore pressione sul Cremlino per spingerlo verso un processo di pace. Tuttavia, Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha avvertito che «qualsiasi sanzione nuoce al miglioramento delle relazioni» e che un’escalation economica non favorirebbe la pace in Ucraina.
La minaccia nucleare e la nuova fase del conflitto
La tensione cresce anche sul piano militare. Il presidente russo ha annunciato che il sistema missilistico a medio raggio Oreshnik, equipaggiato con missile ipersonico, entrerà in servizio operativo entro la fine del 2025. Testato per la prima volta nel novembre 2024 su uno stabilimento ucraino a Dnipro, il missile può trasportare testate nucleari o convenzionali, colpendo l’Europa in tempi estremamente ridotti: appena 11 minuti fino alla Polonia e 17 minuti fino a Bruxelles, quartier generale della NATO. Putin ha sottolineato la necessità di rafforzare le forze nucleari strategiche, fondamentali per mantenere «l’equilibrio delle forze nel mondo», mentre ha accusato la NATO di schierare nuove armi, comprese capacità spaziali, minacciando la sicurezza della Russia. Sul fronte orientale, l’esercito russo ha respinto i tentativi ucraini di riconquistare Kupyansk e avanza verso Krasny Liman, consolidando posizioni strategiche e riducendo la minaccia dei bombardamenti nemici nella Repubblica di Lugansk. La guerra entra così in una fase nuova, con pressioni diplomatiche crescenti, offensive militari e sanzioni economiche che rendono più incerta la possibilità di una risoluzione pacifica.