
I sei punti del ricorso
Secondo la difesa, la distanza forzata tra genitori e figli rappresenterebbe «un trauma» per entrambe le parti, un elemento che pone l’accento sull’urgenza della richiesta. La decisione ora è nelle mani della Corte d’appello dell’Aquila: il tribunale dovrà pronunciarsi entro sessanta giorni, ma l’attesa si carica di tensione e speranze, mentre la vicenda continua ad attirare l’attenzione dei media nazionali.
Il ricorso depositato dagli avvocati si articola in sei argomentazioni principali: assistenza linguistica, idoneità dell’abitazione, accertamenti medici, istruzione parentale, socialità dei minori ed esposizione mediatica. Ciascun punto viene affrontato per contestare le motivazioni addotte dal Tribunale e mostrare la volontà dei genitori di collaborare attivamente con le autorità.

Assistenza linguistica e comprensione dei provvedimenti
Uno degli aspetti centrali del ricorso riguarda le difficoltà linguistiche di Nathan Trevallion e Catherine Birmigham. Gli avvocati sottolineano come la scarsa padronanza dell’italiano abbia impedito alla coppia di comprendere pienamente il contenuto tecnico e giuridico dell’ordinanza che disponeva l’allontanamento dei figli. Questo deficit comunicativo, secondo la difesa, avrebbe compromesso la possibilità di difendersi in modo consapevole e informato, minando la legittimità dell’intero procedimento.
Il ricorso sottolinea anche le difficoltà incontrate durante le fasi di indagine: la mancanza di un adeguato supporto linguistico avrebbe reso ancora più complessa la comunicazione tra i servizi sociali e la famiglia. Gli avvocati evidenziano come questo elemento sia stato sottovalutato dalle autorità e chiedono che venga riconosciuto come vizio procedurale, tale da giustificare la sospensione del provvedimento.
La questione della comprensione dei provvedimenti si intreccia con il diritto alla difesa e alla partecipazione attiva nei processi che riguardano la vita familiare. La difesa richiama principi internazionali e nazionali che tutelano i diritti dei genitori stranieri nei procedimenti giudiziari, sottolineando che la mancata assistenza linguistica può costituire una lesione grave dei diritti fondamentali.
Accertamenti sanitari e garanzia per i minori
Un altro nodo riguarda gli accertamenti medici richiesti dai servizi sociali. Gli avvocati spiegano che i genitori non avrebbero compreso le ragioni degli esami, interpretandoli come potenzialmente invasivi. Nel ricorso si precisa che Trevallion e Birmigham avrebbero cercato di applicare una tutela tipica dei sistemi anglosassoni, attraverso una «polizza fideiussoria» volta a garantire l’integrità psicofisica dei figli durante le procedure sanitarie.
La difesa sostiene che la richiesta di ulteriori chiarimenti e garanzie non debba essere interpretata come un rifiuto degli accertamenti, ma come una precauzione legata alla protezione dei minori. Questo punto viene presentato per evidenziare la buona fede dei genitori e la loro attenzione al benessere dei figli.
Idoneità abitativa: lavori e soluzioni temporanee
Per quanto riguarda l’abitazione, la difesa documenta la volontà di Trevallion e Birmigham di adeguarsi alle richieste delle autorità. Sono state avviate pratiche per la realizzazione dei servizi igienici mancanti e per l’ampliamento degli spazi domestici. Inoltre, la coppia si è detta disponibile a trasferirsi temporaneamente in un alloggio alternativo offerto da un imprenditore locale, nell’attesa dell’adeguamento della casa principale.
Questi passaggi, secondo gli avvocati, dimostrano la piena collaborazione con le istituzioni e l’assenza di volontà di sottrarsi alle regole. La difesa contesta così l’idea di una famiglia isolata e refrattaria al confronto, sottolineando invece l’impegno a garantire condizioni abitative adeguate ai minori.

Istruzione parentale e socialità dei minori
Un punto particolarmente discusso riguarda l’istruzione parentale. Gli avvocati allegano documenti che attestano la regolarità del percorso formativo dei bambini, specificando che la scelta educativa è conforme alla normativa vigente. La difesa respinge l’accusa di abbandono scolastico e insiste sull’offerta di opportunità didattiche adeguate, pur adottando modalità differenti rispetto ai modelli scolastici tradizionali.
Quanto alla socialità, la difesa replica alle contestazioni dell’ordinanza, secondo cui l’isolamento rappresenterebbe un «grave pregiudizio» per i minori. Viene sottolineato che i bambini mantenevano rapporti costanti con coetanei e adulti, sia nel contesto rurale sia attraverso attività sociali e culturali organizzate nella comunità locale.
L’esposizione mediatica e il ruolo dell’informazione
L’ultimo dei sei punti affronta la questione dell’esposizione mediatica. Gli avvocati difendono la scelta di partecipare al servizio de Le Iene, definendolo «un tentativo disperato» della coppia di raccontare la propria quotidianità e rassicurare l’opinione pubblica sulla solidità della famiglia. Secondo la difesa, non si è trattato di una volontà di esporre i figli al clamore mediatico, ma di una necessità imposta dalle circostanze per contrastare narrazioni distorte e difendere la propria posizione.
La gestione della comunicazione e l’impatto dell’attenzione pubblica sono elementi che, secondo gli avvocati, dovrebbero essere valutati nel contesto di una situazione eccezionale, in cui la famiglia si è sentita chiamata a rendere trasparente ogni scelta.
Prospettive e tempi della decisione
La Corte d’appello dell’Aquila ora ha sessanta giorni di tempo per esaminare il ricorso e pronunciarsi sulla richiesta di sospensione del provvedimento di allontanamento. Nel frattempo, la vicenda della famiglia nel bosco resta al centro del dibattito pubblico, sollevando interrogativi sulle modalità di intervento delle istituzioni, sui diritti dei genitori stranieri e sulle forme di tutela dell’infanzia in contesti non convenzionali.
La storia di Nathan e Catherine si inserisce così in un quadro più ampio, in cui la giustizia si confronta con la complessità delle relazioni familiari e con la necessità di bilanciare libertà individuale e protezione dei minori. Un equilibrio delicato, che solo il tempo e il giudizio delle autorità potranno definire con chiarezza.