Lo sgombero e poi l’esplosione: si indaga sull’ipotesi dolosa
L’operazione era un perfetto connubio di rigore istituzionale e alto rischio: forze speciali dell’Arma e agenti UOPI erano chiamati ad eseguire lo sgombero e la perquisizione di un casolare considerato “a rischio” per la presenza di bombole di gas e presunte molotov secondo quanto riporta RaiNews.
Secondo fonti investigative, uno dei tre occupanti – Maria Luisa Ramponi – avrebbe acceso una bombola con un accendino nel momento in cui i carabinieri stavano salendo le scale interne, generando una deflagrazione che ha squarciato l’edificio. L’edificio è crollato su se stesso, travolgendo chi vi era dentro, mentre l’intervento veniva eseguito.

3 carabinieri vittime dell’esplosione, 17 feriti
Le vittime sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, il Carabiniere Scelto Davide Bernardello e il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà. (RaiNews)
I feriti sono oltre una dozzina fra carabinieri, agenti di polizia e vigili del fuoco: molti sono in condizioni gravi, ma non si registrano finora perdite ulteriori.
Le reazioni istituzionali: cordoglio e impegno alla chiarezza
Ho appreso con sconcerto e profondo dolore la notizia della morte dei tre militari dell’Arma dei Carabinieri, Luogotenente Carica speciale Marco Piffari, carabiniere scelto Davide Bernardello e brigadiere Capo Qualifica speciale Valerio Daprà, travolti da un’esplosione durante un’operazione di sgombero in provincia di Verona, nella quale sono rimasti feriti anche altri operatori delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco.
In questa drammatica circostanza, esprimo la mia solidale vicinanza all’Arma dei Carabinieri e sentimenti di partecipe cordoglio ai familiari, insieme all’augurio di pronta guarigione agli operatori feriti”, ha scritto il Presidente Mattarella al comandante generale Salvatore Luongo.
Analogamente, Giorgia Meloni ha affermato che “il mio profondo cordoglio e quello del Governo vanno ai familiari delle vittime … ringraziare il personale sanitario e tutti coloro che sono intervenuti con tempestività e professionalità.”
E il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha reso omaggio alla memoria dei tre caduti, esprimendo dolore anche come cittadino e padre, e sottolineando che il loro “coraggio, la loro dedizione e il loro spirito di servizio rappresentano un esempio straordinario di amore per il Paese”.
Queste parole non si limitano a un rito istituzionale: risuonano come un richiamo alla responsabilità collettiva e alla necessità di comprendere fino in fondo le cause di una tragedia che interroga la società e lo Stato. È una ferita che, al di là delle dinamiche giudiziarie, riapre il tema della sicurezza negli sgomberi, della tutela di chi indossa una divisa e della prevenzione di situazioni estreme in contesti di disagio sociale.

Analisi della dinamica: uno sgombero al limite della tregua
La ricostruzione della tragedia ha svelato passaggi agghiaccianti: l’abitazione era saturata di gas, con almeno cinque o sei bombole disposte in varie stanze. (RaiNews) Secondo il colonnello Claudio Papagno, comandante provinciale dei Carabinieri di Verona, la detonazione ha colpito gli uomini salendo le scale, in prossimità dell’ingresso già forzato. Il procuratore capo Raffaele Tito ha definito l’episodio un “omicidio premeditato” e sta valutando l’aggravante della strage secondo quanto riportayo dal Corriere della Sera.
I tre fratelli implicati, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, erano già noti alle forze dell’ordine: nel 2024, durante un precedente tentativo di sgombero, avevano minacciato di far esplodere l’abitazione con le bombole di gas.
Un vicino ha raccontato: “Avevano montato un faro potentissimo nel campo… nessuno li vedeva e nessuno sa perché vivevano così”. Un isolamento lungo anni, aggravato da problemi economici e ipoteche che avevano trasformato la loro casa in una trappola.
Il gesto estremo, riporta ancora RaiNews, sarebbe avvenuto nel momento più critico: bastò un innesco per far deflagrare il gas già diffuso nell’aria. “Un fischio, poi il buio”, hanno raccontato alcuni testimoni. Poco dopo, le macerie.
Le autorità hanno arrestato i fratelli – due subito, il terzo in mattinata – mentre Maria Luisa Ramponi è ricoverata in condizioni gravi con ustioni estese.
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha proclamato tre giorni di lutto regionale, definendo quanto accaduto “una tragedia unica nel suo genere”, e ricordando che “non si può morire in questa maniera, facendo un lavoro a beneficio della comunità”. Anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e alle Forze dell’ordine, parlando di “una ferita che segnerà profondamente la nostra comunità”.