La dinamica della collisione e le prime ipotesi sulle cause
Secondo quanto emerso dalle prime informazioni diffuse dai media locali e dalle autorità egiziane, la collisione sarebbe avvenuta in una fase particolarmente delicata della navigazione, ovvero il passaggio attraverso la chiusa di Esna, un punto strategico per tutte le navi che risalgono o discendono il Nilo nella tratta tra Luxor e Assuan. In questi tratti, il traffico di navi da crociera è intenso, soprattutto nei periodi di alta stagione turistica, e la gestione degli spazi di manovra richiede attenzione e coordinamento. Le due imbarcazioni da crociera, tra cui la Royal Beau Rivage, si sarebbero urtate lateralmente, con un impatto tale da provocare il crollo di pareti interne e il danneggiamento di più cabine poste in prossimità del punto di contatto. Proprio in una di queste cabine si trovava Denise Ruggeri al momento dell’incidente. La violenza dell’urto avrebbe fatto perdere l’equilibrio a numerosi passeggeri, causando cadute, traumi e momenti di forte panico a bordo.
La presenza di un incendio partito dalle cucine, sviluppatosi subito dopo l’impatto, ha aggravato ulteriormente la situazione. Il fumo e il rischio di propagazione delle fiamme hanno reso necessario un rapido intervento dell’equipaggio, che ha aperto i percorsi di fuga e organizzato l’evacuazione dei passeggeri verso i ponti esterni e, successivamente, verso un’altra nave destinata ad accoglierli in sicurezza. I sistemi antincendio presenti a bordo avrebbero consentito di contenere le fiamme, evitando conseguenze ancora più drammatiche. Le autorità egiziane hanno annunciato l’apertura di una indagine ufficiale per accertare le cause precise della collisione e verificare l’eventuale violazione delle norme di sicurezza della navigazione fluviale. Saranno analizzate le comunicazioni tra i comandanti delle navi, i registri di bordo, le condizioni tecniche delle imbarcazioni e, se disponibili, eventuali riprese delle telecamere di sorveglianza. L’obiettivo è capire se siano stati rispettati i limiti di velocità, le distanze di sicurezza e le procedure previste nel transito della chiusa. Oltre agli aspetti tecnici, sarà fondamentale anche la raccolta delle testimonianze dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio, che potranno fornire dettagli preziosi sui minuti che hanno preceduto l’impatto. Molti turisti, italiani e stranieri, hanno riferito scene di grande agitazione e paura, con persone che cercavano di raggiungere rapidamente i ponti superiori e di mettersi al riparo dalle aree più colpite dall’urto e dal fumo.

Un nuovo allarme sulla sicurezza delle crociere sul Nilo
La vicenda che ha portato alla morte di Denise Ruggeri riaccende l’attenzione sui livelli di sicurezza delle crociere sul Nilo, un settore che ogni anno attira migliaia di turisti da tutto il mondo. Il Nilo rappresenta una delle principali attrazioni dell’Egitto, con itinerari che collegano località celebri come Luxor, Esna, Edfu e Assuan, e che permettono di visitare siti archeologici di rilevanza mondiale. Proprio per questo, la gestione delle rotte, delle chiuse e delle soste assume un ruolo decisivo. Negli ultimi anni non sono mancati episodi che hanno messo sotto osservazione il sistema. A fine ottobre un’altra nave da crociera sul Nilo aveva preso fuoco, coinvolgendo circa sessanta italiani, tutti tratti in salvo grazie all’intervento tempestivo dell’equipaggio e dei soccorsi egiziani. In quel caso, l’incendio aveva costretto all’evacuazione immediata dei passeggeri, ma non si erano registrate vittime. L’episodio aveva già sollevato interrogativi sull’efficienza delle misure antincendio e sulla manutenzione delle strutture di bordo.
Ad aprile, invece, sei persone avevano perso la vita annegando nel fiume dopo la caduta di un microbus da un traghetto, a circa cento chilometri dal Cairo. Un incidente di natura diversa, ma comunque legato al trasporto sul Nilo e alle condizioni di sicurezza dei mezzi utilizzati. Ancora prima, nel 2013, una nave con 112 persone a bordo era affondata nei pressi di Assuan; in quell’occasione nessun passeggero italiano aveva perso la vita, anche grazie al rapido intervento delle autorità egiziane che avevano coordinato le operazioni di salvataggio. Questi precedenti, uniti alla tragedia che ha coinvolto Denise Ruggeri, alimentano il dibattito sulla necessità di controlli più stringenti sulle imbarcazioni, sulla formazione degli equipaggi e sull’aggiornamento delle infrastrutture lungo il Nilo. Per un Paese come l’Egitto, dove il turismo rappresenta una componente fondamentale dell’economia, garantire standard elevati di sicurezza è essenziale non solo per la tutela dei visitatori, ma anche per la reputazione internazionale delle destinazioni più iconiche. Le autorità locali e le compagnie di navigazione sono chiamate a intervenire su più fronti: verifiche tecniche periodiche sulle navi, aggiornamento delle dotazioni antincendio e di salvataggio, miglioramento dei protocolli di evacuazione, monitoraggio costante del traffico fluviale in prossimità delle chiuse e dei punti più critici. Anche i tour operator internazionali e italiani potrebbero rafforzare il ruolo di vigilanza, selezionando con criteri rigorosi i partner locali e informando in modo puntuale i viaggiatori sui rischi e sulle misure di sicurezza adottate.