Massimo Ranieri, le sue parole sui giovani e l’ipotesi “Amici”
Oggi, Ranieri guarda alle nuove generazioni con curiosità ma anche con spirito critico: «Nei giovani vedo poca costanza e voglia di imparare. Mancano i grandi maestri di una volta». Nonostante ciò, ammette di invidiare loro una caratteristica: «La sicurezza. Noi eravamo imbranati, oggi sono spavaldi. Anche troppo».
Il nome di Stefano De Martino viene accostato al suo per poliedricità e presenza scenica, ma Ranieri precisa: «Non c’entra con me, non è un cantante. Comunque è uscito da una grande scuola, quella di Amici di Maria De Filippi». Alla domanda su un’eventuale partecipazione al programma, l’artista risponde senza esitazioni: «Perché no? Ma non mi farei chiamare maestro, “consulente” suona meglio. Cerco ancora il mio, di maestro». E su un contatto diretto con Maria De Filippi aggiunge: «No, ma se Maria chiama, io sono pronto. Siamo amici: parliamone».
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Grandi palchi e nuovi traguardi
Tra i progetti imminenti, c’è un debutto che Ranieri rincorreva da tempo: il 28 novembre si esibirà per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma, con orchestra. «È un sogno che inseguivo da anni. Ho fatto il San Carlo a Napoli, la Fenice di Venezia, mi mancava il Teatro dell’Opera di Roma. E adesso che ci sono quasi, provo l’emozione del principiante».
Intanto, il suo nome è arrivato fino oltreoceano: il rapper americano Travis Scott ha citato nel suo nuovo album l’Adagio veneziano del 1971. «Mi chiedo come abbia fatto a scoprire quel pezzo», commenta Ranieri, stupito. Sul fronte Sanremo, invece, l’artista si dice contrario all’ipotesi di spostare il Festival da Sanremo a Roma: «Mi sembra assurdo. È lì da 75 anni e sta bene su Rai 1».