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Sharon Verzeni, ora cambia tutto: la rivelazione choc sulla coppia

Sharon Sergio crisi

Poco si sa ancora di cos’è successo a Sharon Verzeni nella notte tra il 28 e il 29 luglio 2024, quando la donna è stata accoltellata a Terni sull’Isola. Però non convince molto l’ipotesi che ad aggredirla possa essere stato uno squilibrato che ha agito per caso. Questo non spiegherebbe la ferocia con cui l’assassino ha sferrato i fendenti. Negli ultimi giorni, il fidanzato della vittima, Sergio Ruocco, sta facendo avanti e indietro dalla caserma dei carabinieri. Le forze dell’ordine hanno anche perquisito la casa dove vivevano lui e Sharon e dai colloqui con i conoscenti della vittima, emergono nuovi dettagli. (Continua dopo le foto)

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Cos’è successo subito dopo l’accoltellamento

Sharon Verzeni è riuscita a chiamare il 118. Sull’ambulanza, alle 00:52 appena prima di morire, ha detto: “Mi ha accoltellato”. Una frase che subito fa pensare che la donna conoscesse il suo assassino. È comunque un dato da prendere con le pinze: Sharon potrebbe essersi espressa al singolare perché aggredita da qualcuno (anche uno sconosciuto) che ha visto bene, oppure senza una ragione precisa in un momento in cui era stata ferita gravemente. Ma c’è da dire che i carabinieri sarebbero sempre meno convinti del fatto che ad uccidere Sharon sia stato uno sconosciuto, visto il modo in cui la vittima è stata assassinata. (Continua dopo le foto)

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Il ruolo di Sergio Ruocco

Sebbene non sia indagato, Ruocco è frequentemente presente in caserma, chiamato sia per “formalità” sia per ulteriori accertamenti. Negli ultimi giorni, il 37enne ha fatto parecchie volte avanti e indietro. La pressione su di lui sembra evidente, ma alla domanda se ha un avvocato, risponde con fermezza: “Non mi serve nessun legale”. Nonostante non si indagato, Ruocco è spesso dai carabinieri per due ragioni principali. È la persona più vicina a Sharon, dopo un rapporto di 13 anni, e potrebbe fornire informazioni cruciali per risolvere il caso. Allo stesso tempo, chi indaga sembra ancora titubante nel garantire la sua completa innocenza, soprattutto perché il suo alibi non è ancora stato completamente confermato.

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