Sharon Verzeni, decisiva l’analisi delle telecamere di zona
In via precauzionale, come scrive “Il Messaggero”, sono stati raccolti anche i campioni di soggetti ritenuti di «interesse investigativo», come pregiudicati e gente senza fissa dimora che potrebbero rendersi irreperibili. La zona dell’omicidio, stando a chi ci abita, è luogo di ritrovo di piccoli spacciatori. Nel condominio di fronte all’omicidio, ha detto un’inquilina, «c’è un tipo che vende droga da anni. Abita in un box, gli acquirenti citofonano a tutte le ore, i carabinieri hanno fatto diverse retate». Al momento il perimetro dei prelievi è ristretto al quartiere, ma potrebbe presto allargarsi. Ci sono anche i testimoni, gli abitanti della via dove è avvenuta la tragedia, come Anna e Giulio, della villetta al numero 34. «Noi però dormiamo nella camera da letto sul retro, non abbiamo sentito nulla. Speriamo lo prendano, quel vigliacco», le loro parole ai cronisti. (continua a leggere dopo le foto)
Test del dna in corso: gli aggiornamenti sul caso
«Ai tempi di Yara sono andato dai carabinieri di Zogno per il test del dna. Se mi chiameranno, lo farò anche questa volta. Tranquillamente», assicura Giovanni Cassese a “Il Messaggero”. «Sono disponibile, pronto a presentarmi. Chissà quante volte ho incrociato Sharon al bar della piazza a bere il caffè», il pensiero di Evel Calvetti. Sempre il quotidiano riferisce un importante dettaglio: “Fondamentale per l’inchiesta è la rete di telecamere che punteggia via Castegnate, oltre cento le ore di filmati estrapolati da una cinquantina di impianti pubblici e privati. L’assassino non si vede mai, tuttavia in un orario compatibile con quello dell’accoltellamento è spuntata un’ombra e si tratterebbe di un soggetto misterioso in sella alla sua bicicletta che percorreva la strada contromano”.